Operaio travolto da un carrello al porto, nove anni fa toccò al padre

Operaio travolto da un carrello al porto, nove anni fa toccò al padre
L’assurdità e la fatalità sono i due fili che il...

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L’assurdità e la fatalità sono i due fili che il destino infausto ha intrecciato, ordendo la trama in cui si legge, non senza dolore, il percorso della famiglia Leone. Una comunanza terribile anche solo da raccontare perché che il padre e il figlio possano essere vittime di un incidente sul luogo di lavoro, lo stesso luogo di lavoro, è qualcosa che non penserebbe mai neanche il più sadico degli sceneggiatori. E invece il destino stupisce lasciando sgomenti e con l’amaro in bocca perché di battaglie la famiglia Leone ne ha già combattute tante, due delle quali sembravano impossibili e invece padre e figlio ce l’hanno fatta. Un precedente che, mai come in questo momento, è l’unico barlume che tiene accesa e viva la speranza, in una situazione buia, terribile, insopportabile. Era il 4 settembre del 2012 quando Emilio Leone, il papà di Matteo, rimase coinvolto in un gravissimo infortunio al porto commerciale di Salerno. Incidente che gli provocò delle lesioni gravissime dalle quali, però, per fortuna si è ripreso pur con grande difficoltà. Quasi dieci anni fa, Emilio era intento ad agganciare un container ad una gru, operazioni di routine per un lavoratore portuale esperto come lui, allo scopo di spostare il container per effettuare più agevolmente le operazioni di carico e scarico. Improvvisamente Emilio cadde, facendo un volo di circa due metri e venti riportando un trauma cranico, un esteso ematoma celebrale e la frattura di diverse costole che nelle immediatezze dell’incidente compromise l’attività polmonare. Una lunga e complessa operazione ne garantì la sopravvivenza. L’uomo rimase ricoverato in rianimazione per molte settimane prima di cominciare una dura riabilitazione che l’ha visto tornare a casa, dai suoi affetti, più forte di prima. Nel 2017, sull’accaduto fu emessa una condanna di un anno in primo grado a carico di tre persone perché, secondo l’accusa, non rispettarono tutte le norme di sicurezza che avrebbero potuto evitare l’incidente. All’epoca tutta la città attese con ansia le sorti di Emilio, storico portatore, tifosissimo dei granata e figura riconosciuta nel rione Fornelle, proprio come oggi accade per suo figlio Matteo. Un destino beffardo e cinico quello che si è abbattuto sulla famiglia Leone che oggi, a distanza di dieci anni, rivive un incubo che non aveva certo dimenticato ma che, legittimamente, auspicava di aver messo da parte.

 

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Il Mattino