È braccio di ferro per l’incarico di primario di Anestesia e Rianimazione al Ruggi. Un contenzioso giudiziario su cui sarà chiamato a pronunciarsi il Tribunale...
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Un autentico aut aut, ribadito in un’altra lettera del 27 marzo in cui il Ruggi d’Aragona confermava la posizione espressa un mese prima e le dava quindici giorni per optare tra la posizione primariale e quella di docente chiedendole, nel rapporto di lavoro accademico, «la cessazione del servizio, ovvero il collocamento in aspettativa senza assegni, con riconoscimento dell’anzianità di servizio per tutta la durata dell’incarico».
Lei ha deciso di non adeguarsi, e ha impugnato non soltanto le due note ricevute a febbraio e a marzo ma anche l’atto aziendale del Ruggi, nella parte in cui assegna la direzione di alcune Unità operative complesse agli accademici ma ne riserva altre ai medici ospedalieri tout court, facendo della docenza universitaria una condizione ostativa all’assunzione dell’incarico. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino