Figli negati o rivendicati: è boom dei test di paternità

Figli negati o rivendicati: è boom dei test di paternità
Genetica e genitorialità: spesso l’amore è più forte del Dna ma è proprio quel test, che sta registrando il boom specialmente su Internet dove...

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Genetica e genitorialità: spesso l’amore è più forte del Dna ma è proprio quel test, che sta registrando il boom specialmente su Internet dove decine di studi promettono di stabilire la verità in modo facile e veloce, a complicare le cose rivelando l’esistenza di tradimenti e bugie e facendo così approdare in tribunale drammatiche storie, frutto di laceranti dubbi, che vedono contrapposti due concetti di genitorialità, quella biologica e quella legale. 


L’articolo 30 della Costituzione non attribuisce un valore preminente alla verità biologica rispetto a quella legale ma, nel disporre al comma 4 che «la legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità», ha affidato al legislatore il potere di «privilegiare, nel rispetto degli altri valori di rango costituzionale, la paternità legale rispetto a quella naturale, e di fissare le condizioni e le modalità per far valere quest’ultima».

I dati parlano da soli: nei tribunali italiani sono in aumento le procedure di riconoscimento e disconoscimento di paternità. Secondo stime del centro studi Ami, negli ultimi anni sono state iscritte al ruolo circa 8000 cause aventi come oggetto l’accertamento della paternità: dalle statistiche emerge che il 15% dei secondi figli sono di un padre diverso da quello ufficiale e la percentuale sale a 25% nel caso dei terzi figli. Anche Salerno si mantiene in linea con le statistiche nazionali: lo dimostrano le decine di procedimenti, pendenti davanti al tribunale civile, aventi ad oggetto le azioni di disconoscimento di paternità. 

Singolare il caso di un bambino salernitano che, a soli 3 anni, è abituato ad utilizzare il termine «papà» per riferirsi a due persone diverse: il padre legale e il presunto padre biologico. È quest’ultimo, rappresentato dall’avvocato Gilda Fasolino, legale dello studio Della Corte, a proporre, tramite un esposto al Pm, l’azione di disconoscimento di paternità del padre «legale» che dal suo canto non ha nessuna intenzione di disconoscere il figlio che ha sempre amato come se fosse il suo. 


Diverso il caso di un 30enne che ha portato il padre biologico in tribunale dopo aver scoperto dalla madre che era stato generato da lui. Rappresentato dall’avvocato Agostino Bellucci, il suo obiettivo è ottenere il cognome dell’uomo e chiedere, forse, quel supporto economico di cui tanto avrebbe bisogno.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino