Era conosciuto per la sua bontà, per la sua contagiosa giovialità. Tant’è vero che a Pagani, nonostante da oltre quindi quindici anni si fosse...
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Il 59enne viveva a Candia, in provincia di Pavia, insieme alla moglie Mariangela, che non ha avuto neppure il tempo di vederlo prima che il suo cuore smettesse di battere. Gestore di una rivendita di tabacchi/bar del centro, Vincenzo era molto apprezzato e benvoluto anche nella piccola cittadina lombarda. La notizia della sua morte ha lasciato tutti sgomenti a Pagani, dove l’uomo ritornava con piacere ogni due mesi per salutare parenti e vecchi amici. «Ho avuto l’onore di conoscerlo - scrive un paganese sui social - e posso solo dire che era un uomo molto buono e generoso. Io e la mia famiglia non lo dimenticheremo mai».
Vincenzo Tortora si era ammalato una decina di giorni fa. Nessuno immaginava che la situazione potesse precipitare in maniera così irreversibile. Sembra che per alcuni giorni si sia curato a casa. L’aggravarsi delle condizioni lo aveva poi costretto al ricovero in ospedale, a Vigevano, a trenta chilometri da casa. Prima in sub intensiva, poi in terapia intensiva. Vincenzo si era anche ripreso negli ultimi giorni, al punto tale che i medici avevano provato ad estubarlo, ma le sue condizioni si sono nuovamente aggravate, fino a quando una crisi respiratoria lo ha stroncato. Storie di vite spezzate da un nemico invisibile che semina ancora morte e paura, tenendo tutti costantemente in allerta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino