Il parcheggiatore ferito al giudice: «In carcere mi hanno picchiato»

Il parcheggiatore ferito al giudice: «In carcere mi hanno picchiato»
Quando ieri mattina, è stato accompagnato dalla polizia penitenziaria a palazzo di giustizia per essere sottoposto ad interrogatorio nell’ambito...

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Quando ieri mattina, è stato accompagnato dalla polizia penitenziaria a palazzo di giustizia per essere sottoposto ad interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta sui parcheggiatori abusivi, a stento riusciva a camminare. Prima il suo legale, l’avvocato Luigi D’Aniello, e poi il gip gli hanno chiesto cosa avesse e lui ha alzato la maglietta mostrando ferite e contusioni. Ha dichiarato di avere anche una costola rotta e, quando il giudice Piero Indinnimeo, gli ha chiesto cosa gli fosse accaduto, l’unica risposta che ha saputo dargli è stata: «Prima di entrare in carcere a Fuorni non avevano niente».


Poche parole che hanno fatto balzare dalla sedia il giudice per le indagini preliminari il quale, prima gli ha fatto domande su quanto accaduto e poi, dinanzi alla reticenza dell’indagato, ha sospeso l’interrogatorio di garanzia, inviato gli atti al pm Elena Guarino (titolare dell’inchiesta) e disposto una visita medica chiedendo spiegazioni anche al direttore del carcere di Salerno, Stefano Martone, chiedendo di sistemare l’uomo in cella di isolamento - in attesa che si faccia luce su quanto accaduto - o di occuparsi del suo trasferimento in altro istituto. 

«Stiamo facendo le opportune verifiche - commenta Martone - ma, a quanto mi è stato riferito, il medico in servizio presso l’istituto al momento delle visite che si eseguono all’entrata in carcere, ha riscontrato qualcosa di strano tant’è che lo ha subito mandato in ospedale per degli accertamenti». Poi aggiunge: «Comunque ci sono delle indagini in corso che chiariranno quanto prima cosa sia accaduto». Anche il legale del 37enne è cauto. «Anche a me non ha riferito nulla - dice D’Aniello - ha farfugliato qualcosa, ma io non avevo capito poi... si è alzato la maglietta e mi ha fatto vedere i segni di violenza che aveva sul corpo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino