L'ingegnere Terrone cita in giudizio la Crusca: «Il mio cognome non è solo un'offesa»

L'ingegnere Terrone cita in giudizio la Crusca: «Il mio cognome non è solo un'offesa»
«Ridefinire il termine “terrone” è un dovere morale e civile». Francesco Terrone non ci sta. Poco conta per lui che l’utilizzo del termine,...

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«Ridefinire il termine “terrone” è un dovere morale e civile». Francesco Terrone non ci sta. Poco conta per lui che l’utilizzo del termine, secondo quanto stabilito da un giudice di pace di Cava de’ Tirreni nell’assolvere il fondatore di Libero Vittorio Feltri, non costituisca diffamazione. Per dire definitivamente «basta» all’utilizzo della parola nella sua accezione negativa e chiudere la questione una volta per tutte, l’ingegnere di Mercato San Severino cita in giudizio nientemeno che l’Accademia della Crusca. Chiedendo pure un risarcimento «di tutti i danni patrimoniali e non subiti». Così, una delle più prestigiose istituzioni linguistiche d’Italia e del mondo dovrà comparire presso il tribunale di Nocera Inferiore per rispondere del suo operato.



Imprenditore e scrittore, Terrone è presidente della Fondazione Francesco Terrone di Ripacandida e Ginestra, che promuove studi di natura storica, linguistica, antropologica, letteraria. Ma è anche presidente e del Movimento economico social popolare intereuropeo indipendente, un organismo che promuove iniziative di natura sociale e culturale a tutela dell’Italia del Sud. È lo stesso movimento che querelò Feltri per la nota offesa «zoo di terroni».

Più volte Francesco Terrone ha scritto all’Accademia chiedendo di «ricercare le radici del termine terrone e considerare il travaglio della sua storia, importante e significativa, non limitandola a un’accezione puramente negativa». Perché, si legge nell’atto di citazione, «attribuire un falso significato a questo termine ha arrecato, e continuerà a farlo, gravi danni anche a chi porta questo cognome provocando ferite profonde e intramontabili nell’anima e anche nelle terre terrone a causa dei cosiddetti cultori della lingua che ne distruggono la vera essenza oltre che scardinare il tessuto sociale di una nazione». Ma dall’Accademia non è arrivata mai nessuna risposta. Così, assistito dall’avvocato Antonio Cammarota, Terrone ha deciso di andare fino in fondo.



«Bisogna ridare a Terrone il giusto significato – esclama - Terrone è un’antica e illustre casata fatta di possessori terrieri e uomini di scienza e cultura. In nome della verità, è un dovere morale e civile ridefinire il termine terrone», dichiara l’ingegnere. Che aggiunge: «Sarà un motivo forte per aprire interessanti dibattiti che rimetteranno in atto la sempre presente e atavica questione meridionale». Ciò che Terrone denuncia, dunque, è «l’accezione prevalentemente negativa e fuorviante da parte del maggior vocabolario della lingua italiana del termine terrone – spiega Cammarota - laddove non si tiene in debito conto che la parola terrone è legata alla terra dei latifondisti e dei feudatari e quindi alla ricchezza, e che è originata da un casato i cui discendenti diedero lustro all’Italia intera».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino