NOCERA INFERIORE. Quattro medici a giudizio per omicidio colposo: sono accusati della morte di un feto, la piccola Carmen, uscita dal pancione della madre senza vita. E’...
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Secondo l’autopsia del medico legale Giovanni Zotti, il feto morì per un «infarto acuto della placenta». Un evento giudicato «prevedibile ma non prevenibile». La difesa, rappresentata dagli avvocati Francesco Bonaduce e Monica Abagnara, si oppose e contestò l'errore nella diagnosi, perché generata da una cartella clinica "incompleta". In quest’ultima infatti, sarebbero mancati 2 dei 4 tracciati cardiotocografici effettuati nel periodo del ricovero. Con le nuove indagini, la procura stabilì che «Pur essendo vero che due dei quattro tracciati non risultano in cartella clinica, bisogna osservare che il primo era regolare, il secondo non registrava battiti cardiaci fetali e gli altri due non rilevavano battiti cardiaci fetali». In sostanza, "indipendentemente dal numero di tracciati", la diagnosi di "infarto acuto del parenchima placentare" risultò compatibile. Il feto sarebbe morto per mancanza di sangue, interrotto proprio da quell’infarto. Non esisterebbe dunque nesso di casualità tra la morte della piccola e l'operato dei medici. Ma dopo due archiviazioni, di fatto respinte, il gup ha deciso per il processo, fissando l'inizio del dibattimento per il prossimo 24 settembre, dinanzi al giudice monocratico De Nicola Leggi l'articolo completo su
Il Mattino