«Vergognoso, inutile continuare a giocare. Ritiriamo la squadra». È il presidente della Magnocavallo City, formazione di Ascea di terza categoria a prendere la...
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«Sarà per il colore della loro pelle?» si chiede il presidente. La squadra di Ascea é composta infatti da venti ragazzi tutti di colore. Sono ventenni della Nigeria, Gambia e Camerum tutti rifugiati ospiti del locale Centro di accoglienza. Un bel progetto di sport ed integrazione sostenuto dal presidente Abagnale e da altri soci non senza sacrifici. Ogni domenica la squadra scende in campo ma a fine partita puntualmente la cronaca racconta di decisioni discutibili prese dagli arbitri in danno dei ragazzi del Magnocavallo City. «Non vogliamo parlare di razzismo - racconta il presidente - ma quello che stiamo subendo dall’inizio del campionato purtroppo ci fa dubitare».
Ieri la squadra giocava in casa sul comunale di Ascea contro la formazione Antessano di Licusati. I ragazzi del Magnocavallo stavano perdendo per 1 a 0. La cronaca della partita nel racconto del presidente al 40esimo registra un fallo della squadra ospite, c’è un giocatore a terra. L’arbitro della sezione di Sapri invece fischia un rigore fuori aria, un rigore inesistente per Abagnale ma comunque parato dal portiere del Magnocavallo. Non è finita perché per l’arbitro il rigore parato non è valido ed è quindi da ripetere. A quel punto la legittima reazione della dirigenza e dei ragazzi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino