Rifiuti a piazza della Libertà: assolti tutti i tecnici e i funzionari

Rifiuti a piazza della Libertà: assolti tutti i tecnici e i funzionari
Si chiude con la prescrizione dei reati relativi all’utilizzo di rifiuti non autorizzati, come quelli del Pastificio Amato, e allo smaltimento degli rifiuti da cantiere, il...

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Si chiude con la prescrizione dei reati relativi all’utilizzo di rifiuti non autorizzati, come quelli del Pastificio Amato, e allo smaltimento degli rifiuti da cantiere, il processo a carico dei tecnici incaricati della realizzazione di piazza della Libertà e finiti a processo dopo il crollo di una parte della pavimentazione che consentì l’apertura del primo fascicolo sulla piazza, fiore all’occhiello del frontemare voluto dall’allora sindaco Vincenzo De Luca. Il giudice monocratico Fabio Zunica, poco dopo le 14 di ieri, ha letto la sentenza con la quale ha dichiarato il «non doversi procedere» a carico di Giuseppe e Guido Celentano, Gilberto Belcore, Paolo Baia, Sergio Delle Femine, Armando Esposito, Candida Sansone, Franco Marrazzo, Alberto e Bruno Picentino, Pietro Marchesano, Mario Califano, Antonio Ragusa e Antonella Iannone perché i reati a loro contestati sono estinti per intervenuta prescrizione. Relativamente invece all’accusa di organizzazione del traffico illecito di rifiuti, per quanto riguarda lo smaltimento in discarica a Pellezzano dei rifiuti di cantiere, il magistrato ha assolto Gilberto Belcore, Paolo Baia, Sergio Delle Femine, Antonio Ragusa, Armando ed Enrico Esposito perché il fatto non costituisce reato.


Condannati a due mesi (pena sospesa) per il lavaggio delle betoniere sul cantiere, Armando ed Enrico Esposito, Nicola Giuseppe Grimaldi e Salvatore Costantino. Gli stessi dovranno anche risarcire la parte civile in via equitativa di 4mila euro e pagare le spese processuali. Il Comune di Salerno, ricordiamo, è stato rappresentato dagli avvocati Paolo Carbone e Genserico Miniaci. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Michele Tedesco, Feleppa, Alfano, Arnaldo Franco e Pierluigi Spadafora.


La Procura aveva chiesto complessivamente tredici anni e quattro mesi di reclusione, quindi una sanzione pecuniaria, per la Esa Costruzioni Generali Srl, pari a 103.200,00 euro e per la Me.Ca Srl pari ad 80mila euro. Ma la responsabilità amministrativa delle due società non è stata riconosciuta dal giudice Zunica.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino