Pisano, l'arcivescovo tra gli operai «Evitare guerre tra poveri»

Moretti alle Fonderie Pisano
SALERNO - «Le istituzioni evitino la guerra tra poveri». Se è «in amicizia» che monsignor Luigi Moretti dice di essersi recato in visita agli...

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SALERNO - «Le istituzioni evitino la guerra tra poveri». Se è «in amicizia» che monsignor Luigi Moretti dice di essersi recato in visita agli operai delle Fonderie Pisano, è con forza che l’arcivescovo lancia, da via dei Greci, il suo appello, l’ennesimo, a «trovare soluzioni» e a farlo «subito». Perché «non ci serve che si dica che l’operazione è riuscita ma il malato è morto». Tra la folla di mogli e bambini, nel piazzale dell’opificio spunta anche il manager Ciro Pisano: «Il passato è passato. Lavoriamo tutti insieme per trovare soluzioni».


Non appena l’auto con a bordo il presule varca il cancello delle fonderie, tutti si stringono al monsignore. E Raffaele, l’operaio salito in cima alla ciminiera più alta, gli sussurra qualcosa. A qualche metro di distanza c’è Angela, sua moglie, incatenata, reduce da un malore e decisa a non assumere medicinali fino a quando non arriverà una risposta. Moretti non ci pensa due volte ad avvicinarla. «Queste le togliamo», dice aiutando la donna a liberarsi dalle catene. E, prendendola per mano, la invita: «Venga con me». L’applauso dei presenti è tutto per Angela che, visibilmente provata, si avvia al palchetto preparato per accogliere il vescovo.


«La mia è solo la presenza di solidarietà e amicizia di chi, purtroppo non solo in questa circostanza, sente spesso la difficoltà che affronta il mondo del lavoro – esordisce Moretti - L’unica cosa che posso dire è di non perdere tempo». L’arcivescovo, però, non dimentica l’altra faccia del problema: «Che ci siano problemi lo sappiamo tutti, basta dire che sono venuti da me ancor prima quelli del comitato. Ognuno – aggiunge - ha le sue ragioni e i suoi motivi, per questo le istituzioni devono evitare che ci sia la guerra tra poveri, lo scontro tra persone che invece dovrebbero vivere in una dimensione di comunità, di famiglia». Quindi l’appello: «Bisogna trovare soluzioni idonee, soluzioni che diano una risposta oggi, subito. Perché – sottolinea - il problema è che quando arrivano le soluzioni poi non c’è più tempo». Infine, l’auspicio per il vertice romano di oggi: «L’augurio è che l’incontro possa essere proficuo, fruttuoso. Vi ricorderò nella messa in modo particolare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino