Salerno, parte il progetto Dada: aule colorate e a tema, percorsi per gli studenti che si muovono per la scuola

L'iniziativa della preside dell'istituto comprensivo di Matierno-Fratte

Un'aula della rete Dada
Una scuola che funziona è capace di aprirsi a nuove sfide. Ed è quello che succede all’Istituto comprensivo San Tommaso d’Aquino di Fratte e Matierno,...

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Una scuola che funziona è capace di aprirsi a nuove sfide. Ed è quello che succede all’Istituto comprensivo San Tommaso d’Aquino di Fratte e Matierno, dove da inizio anno scolastico ha preso il via un nuovo modo di fare scuole e stare in aula. Al via la sperimentazione del nuovo modello “Dada” per circa 150 alunni della scuola media. Il comprensivo, guidato dalla dirigente scolastica Maria Ida Chiumiento, è la prima scuola del capoluogo ad avviare la sperimentazione didattica. Aule slegate dagli alunni della classe. E studenti non più obbligati a restare al banco per 5 o 6 ore, cambiando ambienti di apprendimento ogni ora di lezione. Così stimoli e apprendimenti flessibili superano il modello di ambienti rigidi. Il modello Dada è promosso dai nuovi studi sulle neuroscienze ed è molto diffuso nel sistema scolastico anglosassone. Un metodo che adesso sbarca anche a Salerno, grazie alla collaborazione del Comune di Salerno che ha messo a disposizione nuove aule, laboratori e persino un’agorà dove gli alunni delle medie di Fratte e Matierno possono dialogare, confrontarsi, aprire le menti. «Grazie ai finanziamenti ricevuti e agli interventi del Comune – dichiara la preside - abbiamo realizzato le prime aule laboratorio, identificate con frasi o immagini ispirate alla disciplina, e l’agorà per discutere e approfondire insieme, acquistato gli armadietti nei quali gli alunni ripongono il materiale didattico, spostandosi con una borsa in tela che contiene il necessario per le singole lezioni».

Le aule possono così essere personalizzate, in quanto assegnate ad una precisa materia. Per raggiungerle nella scuola sono stati costruiti dei percorsi colorati. L’acronimo Dada sta per Didattiche per ambienti di apprendimento. Non saranno più i docenti a entrare nelle singole classi, alternandosi, ma gli alunni a muoversi negli spazi. Si educa all’autonomia, al cambiamento e alla responsabilità. «Abbiamo intrapreso questo percorso dopo aver svolto attività di formazione e visiting presso scuole che adottano il modello – dichiara la preside È un percorso che ci ha fatto pensare e ripensare il fare scuola. Consiste nel fatto che l’aula è slegata dalla classe, le aule diventano laboratori disciplinari e interdisciplinari, personalizzati dagli insegnanti con sussidi didattici, tecnologie, allestimenti alle pareti. I setting d’aula saranno di volta in volta funzionali alle diverse didattiche e sono gli alunni che cambiano aula». 

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Il Mattino