Preside condannata, parla l'alunno: vivo per miracolo, verdetto giusto

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«Avevo 18 anni quando sono volato giù da un lucernaio del liceo. Con la sentenza di condanna della Cassazione nei confronti dei due responsabili di quell’incidente, che ha segnato per sempre la mia vita, ho avuto giustizia». Niccolò De Luca preferirebbe continuare a rimanere in silenzio. Dopo qualche resistenza lo convinciamo a raccontarci quanto accaduto al primo piano del liceo Pisacane il 7 luglio del 2011 nel liceo Pisacane. Subito chiarisce «non sono entrato nel terrazzino per fumare come è stato detto e scritto fino ad oggi. Quel giorno ero andato ad assistere all’ esame di maturità di mio più caro compagno . Mi trovavo nel corridoio quando all’improvviso sono caduto per un inciampo sul battente di un infisso di una porta-finestra finendo su un cupolino di plexiglass, posto non a distanza di sicurezza dal calpestio del corridoio , ma immediatamente dopo la porta finestra che collega il corridoio al lastrico solare . Inciampando sono finito su uno dei lucernai del lastrico solare. Poi il volo nel vuoto per otto metri a testa in giù fino a raggiungere il pavimento dell’atrio, il coma e l’intervento neurochirurgico. Dopo l’operazione a cranio aperto un caro medico mi disse: tu non hai rischiato la vita. Non si capisce il perché sei in vita».


Niccolò a questo punto tiene a precisare che nelle sentenze viene ampiamente evidenziato che «non ha avuto nessun comportamento anomalo o che possa avere in qualche modo causato o contribuito all’incidente». Insomma in quel maledetto terrazzino c’è finito. In queste settimane è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione che condanna per lesioni colpose gravi la dirigente scolastica Franca Principe e l’allora responsabile della sicurezza Nicola Iannuzzi a un mese di reclusione, pena sospesa, con il beneficio della non menzione nel certificato penale e ad una provvisionale di 15 mila euro. A Niccolò domandiamo se in tutti questi anni ha mai sentito la sua ex preside . Lui prima trattiene la risposta poi la sfoga. «Non l’ho mai sentita e ne vista. Mai, dico mai. Ne in veste istituzionale e nemmeno in forma solidale. Mi sono stati vicini nel difficile percorso di recupero e di ritorno alla normalità la mia famiglia gli amici e molti professori che hanno contribuito a formarmi e a cui devo una parte dei miei succcessi».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino