La Procura di Salerno replica al governatore Vincenzo De Luca il quale, prima dell'estate, aveva reso dichiarazioni spontanee nel processo che lo vede indagato per abuso...
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Secondo i pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti le violazioni compiute dal governatore e dalla sua giunta sono in parte di tipo politico legati al Pd e in parte di tipo amministrativo. Parlano anche di macroscopiche violazioni di legge in quanto non si riesce a comprendere quale sia l'interesse pubblico nella realizzazione di appartamenti residenziali e di lusso.
Punta invece su illegalità e abusivismo il legale del comitato No Crescent, l'avvocato Oreste Agosto, per il quale questo non è un processo politico ma un processo che mina le leggi dello Stato italiano per violazioni su tutti i fronti. Un ragionamento, il suo, che si allinea a quello del pm Valenti per il quale non solo non c'è interesse pubblico sul Crescent ma tutto è nato da atti viziati.
Verte tutta sulla legittimità degli atti amministrativi la controreplica delle difese degli imputati del processo Crescent e sulla ricostruzione dei procedimenti di formazione degli atti. Lo sottolinea anche l'avvocato amministrativista Lorenzo Lentini che parla di processo tecnico e, rispondendo ai pm Alfano e Valenti, spiega come tecnicamente i nuovi piani paesaggistici dettano regole diverse.
«Non parlate di processo politico», tuona contro i pm l'avvocato Paolo Carbone, codifensore del governatore. «Le sue sono state scelte etiche quando, con onestà, ha reso dichiarazione spontanee e ha deciso di dare dignità a un'area da recuperare. Si parla di prove metafisiche portate dalla difesa... Beh, di metafisico ci vedo solo il loro riferimento alla bancarotta Ifil e l'aver portato in questo processo un ragazzo (Piero De Luca, il figlio del governatore, ndr) che all'epoca lavorava all'estero».
Subito dopo è stata la volta del difensore dell'ex assessore ai Trasporti del Comune di Salerno, oggi consigliere regionale, Luca Cascone, che in risposta ai due pm parla di «dibattimento poco corposo». Per l'avvocato Cecchino Cacciatore il processo non ha mai tenuto in considerazione quelle che sono le singole posizioni degli imputati generalizzando sempre le accuse e senza valutare i rapporti di conoscenza tra i singoli assessori e gli imprenditori Chechile e Rainone.
Dopo l'ultima arringa difensiva, alle 15, i giudici si sono riuniti in camera di consiglio: il presidente del collegio Siani ha parlato di un «processo complesso» facendo intendere che i tempi per arrivare alla sentenza saranno lunghi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino