Prodotti «No cap», insalatine coltivate da immigrati senza caporali

Prodotti «No cap», insalatine coltivate da immigrati senza caporali
Dal seme alla tavola. È questo il nome di un progetto di filiera etica promosso dall’associazione “No Cap”, ovvero “no al caporalato”, avviato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Dal seme alla tavola. È questo il nome di un progetto di filiera etica promosso dall’associazione “No Cap”, ovvero “no al caporalato”, avviato a settembre e presentato ieri mattina nell’azienda Organizzazione di Produttori “La Maggiolina” di Eboli. L’obiettivo dell’iniziativa è opporsi, in modo concreto, allo sfruttamento dei lavoratori agricoli nella Piana del Sele. L’azienda, che produce insalatine biologiche, ha assunto nuovi lavoratori, molti dei quali hanno alle spalle situazioni di disagio e hanno subito varie forme di vessazioni. Tutti i contratti sono assolutamente regolari e le paghe sono conformi alla legge. Non solo. I lavoratori avranno a disposizione un appartamento grazie all’aiuto dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno (ieri era presente l’arcivescovo Andrea Bellandi) per il tramite della Fondazione Caritas Salerno mentre a svolgere il ruolo di coordinatore sarà Antonio Bonifacio, responsabile diocesano e regionale della Fondazione Migrantes. In più, agli assunti sarà garantita la disponibilità di un mezzo di trasporto gratuito per raggiungere l’azienda dalla propria abitazione in modo autonomo (uno degli strumenti di sfruttamento da parte dei caporali è il controllo del trasporto). L’azienda, guidata dal titolare Santo Bellina, fornirà prodotti a marchio “No Cap”, che saranno commercializzati nei supermercati della rete presenti in tutta Italia. 

Partner del progetto l’associazione “Frontiera Sud” di Campolongo, guidata da Giuseppe Grimaldi, che si occuperà del rapporto tra migrante e territorio, mentre il centro di accoglienza Caritas di Villa Falcone e Borsellino, sempre a Campolongo, ha contribuito a individuare alcuni migranti da inserire nel progetto e ha dato supporto legale e amministrativo insieme alla Caritas della diocesi di Teggiano-Policastro (attraverso il progetto Sipla Sud, il cui referente è Alvaro D’Ambrosio). Il progetto di filiera etica, che mira a diventare modello di riferimento per le aziende del territorio, è il primo promosso dall’associazione “No Cap” in questa zona e rende concreta la battaglia contro il caporalato attraverso l’inserimento in un percorso legale di migranti extracomunitari, che spesso versavano in condizioni disumane. Alla presentazione di ieri mattina erano presenti, tra gli altri, Franco Picarone, consigliere regionale e presidente della commissione bilancio della Regione Campania; Yvan Sagnet, presidente di No Cap; Jubair Chaudhary, uno dei braccianti assunti all’Op La Maggiolina. Intanto sempre ieri, con una lettera inviata ai confratelli sacerdoti, don Flavio Manzo, direttore della Caritas diocesana di Salerno, ha annunciato che il ricavato della consueta colletta benefica della terza domenica di Avvento, in programma il 12 dicembre in tutte le chiese del territorio, sarà destinata interamente proprio al progetto “No Cap”. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino