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È boom di richieste per gli psicologi di base. Sono 538, in appena tre mesi, le domande di accesso al nuovo servizio gratuito di primo livello, di cui 340 (66 per cento) provengono da donne. Le proiezioni parlano di un ulteriore incremento di richieste. Di queste, sono 227 (42 per cento) quelle giunte nel solo mese di gennaio. Quasi la metà degli utenti complessivi appartiene alla fascia dell’età giovanile fino ai 30 anni. Il 53 per cento delle aree di intervento è per sintomatologia ansioso-depressiva. «I dati, sia come Regione che come Asl, sono in linea con quello che ci aspettavamo – spiega Antonella Grandinetti, referente dell’Osservatorio regionale psicologia di base e coordinatrice per l’Asl Salerno – I dati ci dicono che c’è una richiesta in crescita esponenziale, per cui questo servizio, in questo momento storico, sta rispondendo al fabbisogno di assistenza primaria, che ha a che vedere con un primo livello di cura, in integrazione con la medicina di base e i pediatri di libera scelta. Tutto questo ha a che fare con una visione olistica dell’individuo, integrato tra bio e psiche, e questa presa in carico è totale».
LE PATOLOGIE
Il motivo di maggiore richiesta di assistenza proveniente dal medico di base è legato prevalentemente a una sintomatologia ansioso-depressiva (287 casi trattati). Il 13 per cento, invece, è per problemi legati alle fasi del ciclo della vita (fasi evolutive), il 14 per cento per disagi emotivi legati transitori ed eventi stressanti, l’8 per cento per sostegno psicologico dopo diagnosi infausta e alla cronicità o recidività di malattia, il 7 per cento per problematiche legate all’adattamento (cambiamenti di vita).
IL PRIMATO
La Campania è stata la prima regione ad istituire il servizio di psicologia di base (con la legge 3 agosto 2020, n. 35) e Salerno è stata la prima Asl a partire. La procedura di reclutamento delle 28 psicologhe, che sono giunte dopo un mese di formazione nei distretti sanitari, si è conclusa il 16 settembre scorso. «Alla legge, inizialmente, c’è stata una opposizione – ricorda Grandinetti – Abbiamo, poi, vinto in Consiglio di Stato perché abbiamo parlato di un servizio di psicologia di base, non di una figura professionale, perché lo psicologo di base nel contratto nazionale non esisteva. Questo ha aperto un mondo, perché tutti sapevamo dell’esistenza di questo bisogno assistenziale. La nostra legge ha previsto anche le norme transitorie per la sua attuazione, con l’istituzione dell’Osservatorio regionale, che fornisce le indicazioni operative uniformi. La legge della Toscana non solo ha ripreso la nostra, ma anche l’Osservatorio. Abbiamo fatto, poi, una procedura di assunzione chiedendo psicologi, non attingendo alla specialistica ambulatoriale, come hanno fatto altri per accelerare le procedure. Non hanno istituito un servizio di psicologia di base e ora sono costretti a un passo indietro. Aspettiamo la legge nazionale, che ricalca molto la nostra».
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Il Mattino