Finisce in cella il ragioniere «infedele» di Contursi Terme, rubò un milione dalle casse comunali

Si appropriò finanche dei fondi per la costruzione della nuova caserma dei carabinieri, dei buoni libro dei bambini

Il Comune di Contursi Terme
Dopo quasi 14 anni varca le porte del carcere il ragioniere capo del Comune di Contursi Terme, Benedetto Trotta, per aver sottratto 1 milione di euro dalle casse comunali. Si...

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Dopo quasi 14 anni varca le porte del carcere il ragioniere capo del Comune di Contursi Terme, Benedetto Trotta, per aver sottratto 1 milione di euro dalle casse comunali. Si chiude una delle vicende più amare che Contursi abbia mai vissuto nel suo recente passato. Dopo una condanna in primo grado a 6 anni, a novembre del 2021, seguita a una condanna ridotta a 4 anni e dieci mesi in Appello, la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal legale di Trotta, Silverio Sica. Una conclusione che rende definitiva la condanna d’Appello. I carabinieri si sono presentati così a casa di Benedetto Trotta per trasferirlo a Fuorni affinché sconti la pena.

Il legale ha fatto istanza di sospensione perché Trotta possa scontare la pena agli arresti domiciliari considerato lo stato di salute. Il ragioniere, che ha scontato solo tre mesi di domiciliari, all’epoca dei fatti, dovrà scontare ora il resto in carcere, 4 anni e 7 mesi. Trotta ha manipolato i conti del Comune appropriandosi del denaro pubblico. Si appropriò finanche dei fondi per la costruzione della nuova caserma dei carabinieri, dei buoni libro dei bambini. Un sistema illecito e fraudolento che mise in atto facilmente grazie all’assoluta fiducia che tutti avevano in lui, persona all’epoca stimata, un riferimento per le amministrazioni ma anche per i cittadini.

Anche per questo inganno la vicenda di Trotta ha scosso la comunità. Il ragioniere ha restituito al momento solo 50mila euro, nella fase iniziale. A lui fu poi sequestrata una villa su tre livelli che aveva costruito mentre si appropriava di fondi pubblici. Il legale ha messo a disposizione la struttura perché il Comune se ne appropri. Ad oggi è un bene ancora sotto sequestro. Ma quei 50mila euro e la villa non faranno raggiungere neppure la metà della cifra rubata. Le conseguenze di quella condotta hanno rischiato di mandare in dissesto il Comune, che si ritrovò con quasi 7 milioni di debiti.


 

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Il Mattino