«Dammi i soldi o sparo», così il rapper rapinava farmacie

«Dammi i soldi o sparo», così il rapper rapinava farmacie
Era finito agli arresti domiciliari, per poi violarli il giorno dopo, obbligando i carabinieri a cercarlo per la città di Scafati. Ora è tornato a casa, ma sempre...

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Era finito agli arresti domiciliari, per poi violarli il giorno dopo, obbligando i carabinieri a cercarlo per la città di Scafati. Ora è tornato a casa, ma sempre sottoposto a misura cautelare, il 23enne rapper Giovanni Cirillo, in arte Jhonny, arrestato poco meno di una settimana fa per la rapina in una farmacia in via Martiri d'Ungheria. Il giovane è comparso dinanzi al gip del tribunale di Nocera Inferiore, giorni fa, per l'interrogatorio di garanzia. Assistito e difeso dall'avvocato Roberto Acanfora, il ragazzo ha ammesso le sue responsabilità, confermando di essere stato lui a rapinare l'attività commerciale. Per poi aggiungere di una serie di problemi che oramai si trascina da anni, insieme ad un passato difficile che pure ha dovuto affrontare, dopo essere stato adottato da una famiglia di Scafati, una volta abbandonato dalla madre naturale in ospedale.


Dai problemi con la droga alle rapine, fino alla discriminazione subita per il colore della pelle. Fino alla musica, che sembrava aver ispirato il ragazzo ad un cambio di vita. Fino a mercoledì scorso, quando con una tuta ed una calza in nylon in testa, aveva fatto irruzione all’interno della farmacia minacciando la cassiera con una pistola. «Dammi i soldi o sparo». La vittima aveva consegnato l’incasso della mattinata, di circa settecento euro. Il colpo era stato ripreso dai video di sorveglianza, grazie alle telecamere piazzate sia all'interno che all'esterno dell’esercizio commerciale. I militari avevano intercettato il rapper lungo corso Nazionale, con il riscontro di quanto indossava durante il colpo e i vestiti notati attraverso i video. Con se, aveva ancora i 700 euro ed una pistola giocattolo. Nelle prossime ore, il difensore presenterà al gip un'istanza per un percorso alternativo ai domiciliari, come presso una struttura specifica di recupero. Al termine dell'interrogatorio, il gip ha deciso di non ritenere di dover applicare un aggravamento della misura cautelare, pur con la violazione commessa il giorno dopo l'arresto.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino