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Da agosto 2021 a oggi la Caritas diocesana, diretta da don Flavio Manzo, ha erogato 50mila euro per esigenze primarie delle persone che hanno chiesto aiuto per pagare l’affitto o le bollette, vestirsi o acquistare medicinali. Le difficoltà economiche portano spesso al bivio della scelta tra sfamarsi o curarsi. È per questo che, lo scorso 23 marzo, l’organismo diocesano della carità ha inaugurato il Banco farmaceutico nella sede centrale di via Bastioni. Il servizio è a disposizione ogni mercoledì mattina, dalle 9.30 alle 12.30, occupandosi della distribuzione di farmaci da banco e, in alcuni casi, anche dei medicinali per i quali è necessaria la prescrizione medica (esclusi gli psicofarmaci). Un altro numero significativo è riferito ai senza fissa dimora accolti nelle strutture diocesane: 18 nella casa dei Missionari Saveriani a Rione Petrosino; 17 nei locali parrocchiali della Medaglia Miracolosa, a Rione Campione; 10 al dormitorio “Gesù misericordioso” di largo Barbuti, nel centro storico; 12 al Convento dell’Immacolata, in piazza San Francesco. Due settimane fa la Comunità di Sant’Egidio ha pubblicato la guida “Dove mangiare, dormire e lavarsi” a Napoli e in Campania. È uno strumento utile per chi non ha una dimora e vive in strada, con tanti riferimenti utili anche su Salerno e provincia.
L’incidenza del Covid 19 sulle condizioni economiche generali della popolazione è nel dato riferito alle persone che, a Salerno e provincia, ricevono attualmente aiuto dal Banco alimentare Campania attraverso enti pubblici e privati, parrocchie e associazioni convenzionati che si occupano della distribuzione diretta dei beni.
Considerato l’aumento considerevole si rende sempre più necessario una più efficace gestione delle richieste. È per questo che, tra i progetti in cantiere della Caritas diocesana di Salerno, rientra anche l’introduzione del software Ospoweb, un database messo a disposizione dalla sede nazionale. Si tratta di un sistema che ha l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle persone in difficoltà che si rivolgono ai centri d’ascolto parrocchiali, zonali e centrali. Un parroco o un collaboratore potrà inserire i riferimenti, secondo modalità compatibili con la normativa sul trattamento dei dati personali, così che la persona possa trovare la soluzione migliore per la propria problematica in un’intera rete di uffici e servizi.
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Il Mattino