Il ras della droga non è pazzo, il giudice lo condanna a 13 anni

Il ras della droga non è pazzo, il giudice lo condanna a 13 anni
Ciro Persico, padre di Vincenzo detto «Coca cola» trucidato in un agguato a Montecorvino Rovella nel 2014 per motivi di droga, e presunto organizzatore del giro di...

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Ciro Persico, padre di Vincenzo detto «Coca cola» trucidato in un agguato a Montecorvino Rovella nel 2014 per motivi di droga, e presunto organizzatore del giro di spaccio scoperto dai carabinieri nel centro storico di Salerno a novembre del 2017, è capace di intendere e volere. Non è «pazzo», dunque, secondo il gup Alfonso Scermino che lo ha condannato ieri, proprio per quel giro d’affari, a 13 anni e otto mesi di reclusione. In effetti ieri il gup ha semplicemente tirato le somme e valutato quanto accaduto nel corso della precedente udienza, quella di inizio gennaio, quando fu sentito il neuropsichiatra Tito De Marinis da lui incaricato die seguire una perizia su Persico, difeso dagli avvocati Silverio Sica e Antonio Boffa. Pena pesante anche per il rapper neomelodico Murzett, all’anagrafe Gerardo Rispoli (difeso dall’avvocato Stefania Pierro), ed Ugo Ventre, che erano con lui quando i carabinieri fecero irruzione: sette anni e quattro mesi ciascuno.


Ritenuto da sempre un boss del centro storico, sempre lo scorso anno Ciro Persico fu pizzicato con 93 bombe in casa di circa 11 chili destinati alla vendita. Soltanto qualche mese prima era finito a processo perchè sorpreso in compagnia di pregiudicati subito dopo l’omicidio del figlio Vincenzo. In quel periodo il boss, da poco tornato in libertà, era sottoposto all’obbligo impostogli dal tribunale di tenersi lontano da ambienti delinquenziali della città. Durante i numerosi controlli delle forze dell’ordine, Persico fu segnalato più volte con soggetti poco raccomandabili. Si temeva stesse facendo sue indagini per risalire agli assassini del figlio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino