Lo stato sociale e le vie per superare, un passo alla volta, la povertà. Sogno (e sconfitta) di tutte le epoche storiche. Nel palazzo di Città di Amalfi, a un passo...
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L’occasione è stata la presentazione del libro di Lucia Cammarota, avvocato a Salerno, giudice onorario ad Avellino, che ha analizzato la misura da un punto di vista storico, filosofico, sociale, economico e legislativo: “Il reddito di cittadinanza. I nuovi ricorsi giurisdizionali e le ombre di incostituzionalità. Il lavoro nella new economy e lo scenario europeo” (Direkta edizioni – Giugno 2019). L’autrice, che ha deciso di devolvere in beneficenza tutti i proventi, ha analizzato il provvedimento punto per punto così da fornire una bussola per i giuristi ma anche per i cittadini comuni. Ma soprattutto annuncia un fronte di ricorsi, in particolare indicando tutta la casistica dinanzi al giudice del lavoro, le ragioni di modifica dell’assegno di mantenimento e, in particolare, le controversie con riguardo agli stranieri, dove l’ipotesi di incostituzionalità è inevitabile.
L’incontro è stato aperto dai saluti di Salvatore Giordano, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti, con l’intervento di Angelo Fiore, dottore commercialista, che ha ricordato le ricadute fiscali, di Raffaele Marino, sostituto procuratore presso la Corte di Appello di Napoli, che ha sottolineato gli aspetti penali, e di Venanzio Postiglione, vice direttore del Corriere della Sera, che ha raccontato come questo strumento sia diventato un caso da scuola di giornalismo.
«Vi è stata una più alta percentuale al concorso dei navigator che alla richiesta dell’erogazione del reddito di cittadinanza, perché il popolo italiano vuole il lavoro non i soldi – ha spiegato l’autrice Lucia Cammarota – E lo stesso problema della povertà non è stato ben affrontato considerato che, alla luce del dato Istat di 5 milioni di poveri, ha risposto solo 1 milione. I paletti e i controlli che violano il principio di personalità in campo amministrativo e di proporzionalità in campo penale, l’invasione in materia di competenza regionale della politica attiva del lavoro, l’assunzione precaria dei navigator, le ombre di incostituzionalità sul requisito dei 10 anni di cittadinanza, sono solo alcune delle criticità che andavano evitate, prima di smontare un sistema per avviarne uno nuovo».
Nel testo sono stati indicati, per completezza del tema trattato, le strade espresse nella Costituzione, i ritardi dell’Europa nel campo del welfare, le esigenze della nuova economia e i cambiamenti nel mercato del lavoro, alla luce dei quali il reddito di cittadinanza rischia di restare un ibrido, sospeso tra intenzioni e realizzazioni. A fronte del lancio mediatico, l’uso dei social per saltare la mediazione di chi comunica, la forma breve e diretta anche in presenza di scelte complesse del reddito di cittadinanza, il dibattito a più voci ha evidenziato le problematiche sui fatti: un vero e proprio appello alle ragioni del diritto che arriva da Amalfi, culla di civiltà. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino