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Aveva perfino conseguito indebitamente finanziamenti pubblici per circa 4 milioni di euro per la realizzazione di interventi edilizi e per l’acquisto di impianti ed attrezzature mediante la presentazione di documentazioni false. È una delle accuse mosse nei confronti di Pasquale Federico, legale rappresentante della società “Giglio S.r.l.”, proprietaria del complesso turistico “Resort Giglio di mare” realizzato abusivamente sulla costa di Capaccio Paestum e ricadente nella riserva naturale Foce Sele-Tanagro, in località Laura, e sottoposto a sequestro preventivo. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno e del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli hanno eseguito, lunedì mattina, il provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Salerno su richiesta della locale Procura. A coordinare le indagini è il sostituto procuratore Carlo Rinaldi.
Secondo l’ipotesi accusatoria, supportata da perizia tecnica, la Giglio Srl, aggiudicataria nel 2018 del bando per la “Locazione di valorizzazione dell’ex compendio Hera Argiva alla Laura”, versando al Comune di Capaccio Paestum un canone di 40mila euro annui per 30 anni, ha realizzato il resort abusivamente in un’area di oltre 75mila mq sottoposta a vincoli di tutela, sulla base di un’illegittima concessione in sanatoria delle preesistenti strutture edilizie dell’ex camping Hera Argiva, che versava in stato di totale abbandono e degrado, rilasciata dal Comune di Capaccio Paestum. Ulteriori abusi, secondo la Procura, sarebbero stati commessi anche per la realizzazione di lavori di ampliamento, riqualificazione e recupero delle strutture edilizie illecitamente sanate. Infatti, il permesso a costruire, rilasciato dall’Ente civico nel marzo 2021, sarebbe illegittimo ed inefficace. Illeciti sarebbero anche ulteriori lavori per realizzare altri sei mini alloggi. Insieme all’amministratore unico della società sono indagate, a vario titolo, altre nove persone. Nel registro degli indagati sono finiti: Giuseppe Gorga e Carmine Mario Marmo, funzionari della Regione Campania; i tecnici comunali Christian Franco, Mario Barlotti, Gerardina Di Filippo e Fioravante Gallo; Pietro Riccardo Guadagno, tecnico progettista dei lavori; Enrico Di Lascio, agronomo; Arcangelo Manzi, titolare dell’impresa che ha eseguito i lavori di disboscamento per conto della Giglio Srl. Un’altra delle accuse mosse riguarda proprio il disboscamento della pineta, attraverso il taglio di circa 1500 pini in un’area di 18mila mq, sulla base di un nulla osta di fattibilità illecitamente rilasciato dai funzionari regionali nel 2019, per ampliare la strada di accesso alla struttura e realizzare un parcheggio a raso per i clienti del resort, con tanto di palme della California al posto dei pini, violando di fatto anche le norme di salvaguardia dell'area naturale Foce Sele-Tanagro, dove ricade il complesso.
Nell’ambito dell’attività investigativa, i militari operanti hanno eseguito anche perquisizioni domiciliari e presso gli uffici pubblici e professionali degli indagati.
Il Mattino