Rofrano. Filmini pedopornografici sul pc: sindaco per una notte in carcere

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Rofrano. Il cuore è in via Roma. Non c'è freddo che tenga. La gente del paese è qui: bambini, anziani, donne. Il tam tam, cominciato dalla tarda mattinata, è riuscito a radunare dieci, venti, cento persone in attesa di Nicola Cammarano. Il loro sindaco. È rimasto per quasi 24 ore detenuto a Vallo della Lucania, poi il gip Valeria Campanile lo ha scarcerato. «Iostoconnicola», con tanto di hastag, è la scritta in vernice rossa sullo striscione bianco, tenuto dai bambini. Ci sono anche i due figli del sindaco, con la moglie. Michela Aliprandi del bar Centrale non ha mai avuto dubbi, il sindaco è vittima di manovre, di un abbaglio. E con lei tanti che, quando lui arriva verso le sette di sera accompagnato dal suo avvocato-amico Vincenzo Speranza, fanno a gara a stringerlo, abbracciarlo, gridargli «Nicola, Nicola». Lui ringrazia tutti ed evita di commentare quello che gli è successo. La vicenda è ancora troppo misteriosa, per potersi lasciare andare a qualsiasi valutazione.




Solo il giorno prima, gli agenti della guardia di finanza, al comando del tenente Giovanni Statella, erano andati a prendere il sindaco per portarlo in carcere. L'accusa aveva dell'incredibile: detenzione di materiale pedopornografico. Eseguivano un fermo giudiziario, firmato dalla giovane pm Ivana Niglio e avallato dal procuratore capo Giancarlo Grippo. Una settimana prima, la Guardia di finanza aveva eseguito una serie di perquisizioni, su esposti anonimi che riguardavano l'attività di commercialista del sindaco.



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