«Bisogna sempre credere nelle Istituzioni». Potrebbe apparire una frase di circostanza, ma non lo è. Non lo è perché pronunciata proprio da un...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il furto è avvenuto il 5 marzo, il ritrovamento l’8. «Dopo soli tre giorni», continuava a ripetere contento ai suoi colleghi nel raccontare della telefonata appena ricevuta dalla questura. In fondo lui aveva perso le speranze di poterlo ritrovare. Ci era rimasto male, proprio perché gli era stato portato via davanti a quello che, per lui, è un palazzo «importante» e - per certi versi- inviolabile: il tribunale, la sua sede di lavoro. I due malcapitati, sono ora stati denunciati dagli agenti della sezione Volanti. I due balordi, un salernitano e un rumeno entrambi pregiudicati, sono stati acciuffati dalla polizia di Stato perché, mentre utilizzavano il mezzo rubato, sono scivolati e caduti nel tentativo di evitare di essere notati da una pattuglia in servizio di controllo. Lo scooter si è in parte rotto. Loro, invece, a parte qualche leggera escoriazione, sono rimasti illesi. Il magistrato ci era rimasto male quando, martedì scorso, al termine di una serie di udienze, era sceso dal terzo piano del palazzo e, una volta nel parcheggio antistante il portone dell’ingresso di corso Garibaldi, non aveva trovato il sui scooter. E ancora peggio ci erano rimasti un po’ tutti i lavoratori del tribunale vecchio, di quel palazzo ormai in dismissione, rimasto sede - però - di alcuni uffici importanti, come la procura e la presidenza della Corte d’Appello, oltre che dell’ufficio gip. Invece la mano dei ladri ha toccato anche la sede istituzionale della giustizia. Bisogna ora capire come abbiano fatto i due ad agire indisturbati davanti al tribunale «blindato» e perché abbiano deciso di prendere proprio uno scooter parcheggiato in quella zona. Uno scooter che, e questo si poteva facilmente immaginare, poteva appartenere proprio ad un magistrato o ad altro dipendente del tribunale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino