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Le professioni sanitarie della Provincia di Salerno, riunitesi presso la sede dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri, hanno ricordato l’efferata uccisione della psichiatra dottoressa Barbara Capovani e con essa, le violenze continue, fisiche e ancor più verbali, contro le diverse figure sanitarie troppe volte sottaciute.
«Siamo in una fase storica molto diversa da quella di alcuni mesi fa: da eroi, in poco tempo siamo diventati i responsabili di situazioni di disagio, la cui causa è nel sistema. È in atto uno stravolgimento del rapporto medico – paziente con perdita di fiducia e di rispetto da parte dei pazienti nei riguardi dei professionisti - si legge in una nota - Violenze, minacce, ingiurie, spintoni, urla, aggressioni verbali e/o fisiche ai danni dei sanitari, sono diventate abituali in un crescendo inatteso dopo il periodo pandemico (si calcolano 4 segnalazioni al giorno), ma comprensibile, se si pensa allo sconvolgimento fisico e mentale vissuto e all’apertura del vaso di Pandora sullo status del Sistema Sanitario durante e dopo la pandemia. Le professioni sanitarie e socio-sanitarie sono vittime di minacce che hanno la stessa forma ma che derivano da peculiarità delle loro attività, dove gli intrecci con il mondo economico e commerciale espone, a volte, gli operatori a vessazioni anche da parte di organizzazioni criminali. Quello che doveva essere un rapporto basato sulla empatia si è trasformato in un rapporto conflittuale, causato dalla mancanza di servizi socio-assistenziali per cui il cittadino ha delle aspettative improprie rispetto alle effettive riposte che il sistema sanitario può e deve erogare. Ai sanitari rimane una condizione di lavoro disagiato, sempre più precario, sempre meno soddisfacente, sempre più difficile, sempre meno premiante».
E ancora: «È sempre più insopportabile il peso dei provvedimenti giudiziari per i sanitari, in particolare per quelli in servizio nelle strutture di emergenza, al punto che molti vanno via e molti disertano i concorsi per le assunzioni.
Di qui le richieste inoltrate al governatore De Luca e al prefetto Russo: migliorare l’informazione e la comunicazione sui servizi e sui limiti delle prestazioni erogabili, sia verso i cittadini che tra le unità operative; promuovere servizi più vicini alle esigenze dei cittadini attraverso il buon funzionamento dell’assistenza puntando sulla forza lavoro, sui professionisti sanitari e sulle risorse strumentali e strutturali, requisiti al momento del tutto deficitari; promuovere le emersioni delle aggressioni attraverso un registro vidimato interno ai Servizi i cui dati devono essere elaborati da un osservatorio aziendale; infine, si richiede di implementare i presidi di sicurezza individuando le strutture assistenziali a più alto rischio di aggressione ed estendere misure di sorveglianza, anche a distanza, per le attività sanitarie erogate sul territorio.
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