Salerno, all'Accademia Grassi un incontro sulle opere di Caravaggio

Salerno, all'Accademia Grassi un incontro sulle opere di Caravaggio
Nell’ambito del Salotto Culturale «A.Grassi- La Cultura dei Venerdì Letterari», promosso dall’Accademia Internazionale d’Arte e Cultura...

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Nell’ambito del Salotto Culturale «A.Grassi- La Cultura dei Venerdì Letterari», promosso dall’Accademia Internazionale d’Arte e Cultura Alfonso Grassi di Salerno, venerdì 1 aprile 2022, alle ore 18.15, presso la sede dell’Accademia, in via Porta Elina 9 (piazza Portanova), si terrà un incontro di approfondimento su due opere d’arte di Michelangelo Merisi da Caravaggio: «L’Incoronazione di spine» e «Ecce Homo». Si tratta di due capolavori che esprimono appieno la passione di Cristo e quindi quanto mai attuali nei venerdì di Quaresima. A relazionarne saranno: il prof. Bruno Giustiniani e la Prof.ssa Lorella Parente, Direttore dell’Ufficio Cultura ed Arte dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.

A portare i saluti istituzionali sarà l’on. Guido Milanese. L’incontro sarà moderato dalla Prof. Raffaella Grassi, presidente dell’Accademia Alfonso Grassi e figlia dell’artista. «L’Incoronazione di spine» di Caravaggio, conservato presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna, raffigura la flagellazione di Cristo per mano di due uomini che lo seviziano con dei bastoni, i quali servono loro per collocare sulla testa del condannato la corona di spine. Il Cristo, con la fronte al seno, è vestito con un drappo purpureo dal quale si evince la sua nudità. La parte sinistra della tela è occupata da un uomo in armatura che osserva la scena senza tuttavia parteciparvi direttamente. Nell’Ecce Homo di Caravaggio, conservato a Genova, presso Palazzo Bianco, sono manifesti echi della formazione lombarda del pittore – luci e ombre sono caricate di significati simbolici per cui al luminoso chiarore del corpo di Cristo, raffigurato nell’atteggiamento rassegnato dell’Agnus Dei, si contrappone il nero dell’abito di Pilato che rafforza, anche visivamente, il ruolo negativo di giudice del procuratore romano. L’eloquente gesto delle mani di quest’ultimo, poi, invitando gli spettatori a entrare nella scena raffigurata al di là del parapetto, conferisce all’episodio i caratteri di un sacro dramma figurato.

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Il Mattino