OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Mascherina al polso, calice alzato. L'ultimo week end in zona arancione si è tinto di giallo-verde, come i colori di un Carnevale brasiliano che complice la tregua offerta dalla pioggia battente dei giorni precedenti, sabato e domenica ha richiamato in strada centinaia di persone. Dalla zona orientale al centro, le strade principali dello shopping sono state prese d'assalto da coppie, famiglie e gruppi di amici che ne hanno approfittato per incontrarsi e brindare tra un acquisto e l'altro. Bar e ristoranti sono ancora chiusi, ma l'asporto è diventato per molti l'escamotage per consumare tra vicoli e piazze gli aperitivi di inizio Natale.
Gremite via Posidonia e via dei Principati, con il traffico delle grandi occasioni, mentre in via Roma sono tornate le doppie e anche le triple file. Difficile camminare a passo spedito in particolare tra sabato sera e domenica mattina - al corso Vittorio Emanuele e in via Mercanti dove, giocoforza, si sono ricreati gli assembramenti di Luci d'artista. L'assenza di luminarie, infatti, non ha funto da deterrente, spingendo tantissimi a ritrovarsi negli stessi vicoli stretti di un anno fa, quando l'emergenza sanitaria non era ancora precipitata nelle vite di tutti a stravolgerle. Se non fosse stato per le mascherine, indossate dalla maggior parte dei passanti, il week end appena trascorso non avrebbe avuto nulla a che invidiare rispetto a un qualsiasi fine settimana di dicembre di dodici mesi fa. «Ma la differenza c'è eccome ammette Alessandra Fiorillo Sinceramente non mi aspettavo questa folla e ho paura di quello che potrà succedere.
File interminabili all'esterno di tante attività commerciali, a partire da Tezenis e Kasanova, dove un serpentone ha attraversato il Corso. «Sono felice per i commercianti spiega Maria Rosaria Pepe ma sinceramente preferisco tornare a casa e dedicarmi allo shopping in un altro momento, magari durante i primi giorni della settimana sperando di trovare meno folla. Quello che mi sorprende è che, al di là dei proclami, non ci sia nessuno in giro a controllare». Un'auto della protezione civile c'è e invita tutti ad indossare le mascherine sempre. Se durante le ore diurne sono stati prevalentemente gli adulti ad occupare strade e piazze, nel tardo pomeriggio è toccato ai più giovani. «Tanti bar e qualche ristorante hanno deciso di sfruttare l'occasione per vendere cocktail d'asporto, cuoppi fritti e stuzzichini. Il risultato è che dalle 18 in poi c'erano tantissime persone con le mascherine abbassate intente a bere, fumare e mangiucchiare, ammassate in qualche piazzetta. Anche per questo, chiudere il lungomare o i luoghi di ritrovo per i ragazzi non è stata una buona idea. Chi è voluto uscire con gli amici lo ha fatto lo stesso, trovandosi in spazi più risicati», denuncia Francesco Vuolo, residente nei pressi di largo Barbuti, trasformata ormai da diversi mesi in un bar a cielo aperto. Scene che hanno fatto andare su tutte le furie anche i lavoratori del comparto Horeca: «Una vergogna, uno schifo, sabato sera per strada mi sembrava la vigilia di Natale sbotta Aldo Caiella del Baroom Assembramenti ovunque, e poi la colpa è della movida? Non ho parole».
Intanto l'Aisp, associazione imprese Salerno e provincia, ha inviato una lettera al presidente della Regione Campania Covid-19 e alla prefettura per chiedere delucidazioni sulle prossime decisioni relative al piano anti Covid. «Gli operatori sono in seria difficoltà e chiedono chiarezza immediata per organizzare al meglio il lavoro, gli approvvigionamenti della merce e per rispettare al meglio i protocolli e il distanziamento chiarisce il vice presidente Donato Giudice Chiediamo di non inasprire ulteriormente i contenuti del Dpcm, ma piuttosto di presidiare le aree che sono ritenute a maggiore rischio. A breve lanceremo una campagna di sensibilizzazione, invitando i nostri clienti a usare il buon senso, perché ognuno dovrà fare la sua parte con responsabilità e dedizione».
Il Mattino