Dieci anni al matricida pentito: strangolò la mamma dopo una lite

Dieci anni al matricida pentito: strangolò la mamma dopo una lite
Uccise la madre strangolandola dopo l'ennesima discussione. Dieci anni di reclusione per Gaetano Caraccio, il 42enne reo confesso che, lo scorso dicembre, ammazzò la...

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Uccise la madre strangolandola dopo l'ennesima discussione. Dieci anni di reclusione per Gaetano Caraccio, il 42enne reo confesso che, lo scorso dicembre, ammazzò la madre, Vittoria Natella, 74 anni nel loro appartamento in una palazzina di via Tafuri, nel parco delle Magnolie. La sentenza è stata pronunciata alcuni giorni fa dal gup del tribunale di Salerno Vincenzo Pellegrino che, all'esito del rito con il giudizio abbreviato, ha riconosciuto all'uomo, assistito dall'avvocato Emanuela Rossomando, la seminfermità mentale. Omicidio volontario era la pesantissima accusa che pendeva sull'imputato, per il quale già il pm Elena Cosentino, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto il minimo della pena e la concessione delle attenuanti generiche.


Caraccio, nel corso della precedente udienza celebratasi lo scorso settembre, aveva chiesto perdono per il raptus di follia che lo portò a compiere l'insano gesto per il quale da allora è rinchiuso nella speciale sezione del carcere di Fuorni, riservata a persone con problemi mentali. Arrestato il giorno dopo il delitto, il matricida confessò subito, nel corso della convalida, spiegando di aver agito al colmo dell'esasperazione non avendo però intenzione di uccidere la madre.
 

Dichiarò di volerla solo zittire dopo l'ennesima discussione dovuta all'eccessiva apprensione della donna che, anziana, gravemente malata e affetta da problemi psichici, non aveva altri punti di riferimento all'infuori del figlio. Il delitto maturò nell'ambito di una situazione familiare problematica: madre e figlio, a causa dei loro problemi psichici, si erano quasi isolati dal mondo esterno finendo per comunicare solo tra di loro. Era il 22 dicembre scorso quando, dopo l'ennesima lite Caraccio, in preda ad un vero e proprio raptus di follia, strinse le mani alla gola della donna, vedova da alcuni anni, e la uccise all'interno della camera da letto. Solo il mattino seguente, poco dopo le 9, i carabinieri di Battipaglia, diretti dal maggiore Erich Fasolino, bussarono all' abitazione allertati da un inquilino del palazzo, che aveva avvertito strani rumori provenire dall'appartamento della famiglia Caraccio. Raccapricciante la scena che si presentò ai militari quando entrarono nell'abitazione. La donna, ormai senza vita, era riversa a terra mentre il figlio appariva disorientato e in stato di choc. Da subito le indagini si concentrarono sul rapporto morboso tra madre e figlio, che sembravano non poter fare a meno l'uno dell'altro. Caraccio confessò subito dopo il fermo spiegando di avere agito a mani nude: lo scorso settembre davanti al gup, si è dichiarato pentito. Come emerge dalle perizie, il folle gesto si inserisce nell'ambito di una personalità turbata: per Caraccio è stata dichiarata la seminfermità. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino