Salerno Container Terminal - controllato dal Gruppo Gallozzi SpA - si è dotato di due nuove gru per contenitori su gomma della più avanzata tecnologia e dimensione...
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Insieme con le due gru sono state consegnate anche quattro nuove macchine semoventi da piazzale per le attività di movimentazione dei contenitori nelle aree del terminal portuale. Complessivamente ammontano, quindi, a tre le gru di nuova generazione della Liebherr in esercizio presso il Terminal Sct, oltre le tre gru Gottwald già pesenti nel parco mezzi. A metà gennaio, inoltre, saranno consegnati sei nuove motrici portuali - prodotte dalla svedese Kalmar - e dodici rimorchi portuali della olandese Houcon.
«Il massiccio investimento in impianti terminalistici ed in macchine da movimentazione su banchina - ha evidenziato il presidente del Gruppo Gallozzi SpA Agostino Gallozzi - è la nostra risposta concreta, come sempre, alla competizione derivante dal fenomeno sempre più diffuso del gigantismo navale. Da oggi il porto di Salerno rafforza notevolmente la sua già importante capacità operativa ed è pienamente in grado di lavorare navi fino a 15.000 contenitori di portata. In questo modo sarà possibile far crescere ulteriormente i traffici rendendo Salerno il porto di riferimento del Sud Italia per le linee di navigazione che collegano i maggiori mercati del mondo». «L'investimento che stiamo realizzando - ha spiegato Gallozzi - è il maggiore messo complessivamente in campo da SCT ed è quello di più ampie dimensioni in atto nell'ambito della Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centrale (Napoli, Castellammare, Salerno). Lo sforzo imprenditoriale è strettamente legato all'avvio programmato nel 2019 dei lavori di riqualificazione portuale - dragaggi, allargamento dell'imboccatura - che ci porrà in primo piano rispetto al rafforzamento dei traffici marittimi internazionali ed intercontinentali». «Va in ogni caso aggiunto - ha concluso Gallozzi - che l'arrivo di queste gru evidenzia ancora una volta il disallineamento tra i tempi velocissimi dell'iniziativa privata (e la conseguente propensione agli investimenti) e quelli cronicamente in ritardo della Pubblica Amministrazione in relazione alle opere infrastrutturali di sua competenza. È senza dubbio questo il più forte punto di criticità che condiziona negativamente lo sviluppo del nostro Paese, condannato a tassi di crescita da fanalino di coda dell'Europa. Inutile dire che senza spinta propulsiva coordinata tra pubblico e privato non c'è sviluppo economico ed occupazionale. Ma noi restiamo sempre fiduciosi e continuiamo a fare la nostra parte, auspicando una forte accelerazione da parte di tutte le Istituzioni competenti per arrivare all'avvio ed alla realizzazione di tutte le opere infrastrutturali previste nel porto di Salerno nel più breve tempo possibile» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino