Salerno, errore nel bilancio: la grana passa al presidente dei revisori

L’opposizione incalza la giunta Napoli. Santoro: «Ridiamo la scelta ai cittadini»

Il Consiglio comunale
Non si tira indietro e mercoledì mattina, il giorno prima del consiglio comunale che sarà chiamato ad approvare una variazione all’appena approvato bilancio di...

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Non si tira indietro e mercoledì mattina, il giorno prima del consiglio comunale che sarà chiamato ad approvare una variazione all’appena approvato bilancio di previsione 2024-2026, sarà audito in commissione Trasparenza. Ernesto Perone, presidente del collegio dei revisori, accetta l’invito del presidente Antonio Cammarota, invito condiviso dall’intera commissione. Tutti, infatti, vogliono vederci chiaro e capire come sia stata possibile quella discrasia tra bilancio di previsione e nota integrativa che costringerà il consiglio comunale a riunirsi di nuovo con urgenza per approvare una variazione al bilancio valida, come si legge nella delibera di giunta approvata l’altro ieri e che sarà sottoposta all’assise cittadina, «ex tunc». Che avrà, cioè, funzione retroattiva. L’invito di Cammarota era stato inoltrato per la seduta della commissione Trasparenza di ieri. Ma il presidente del collegio dei revisori non ha potuto partecipare per impegni di lavoro. L’audizione, in ogni caso, si terrà prima del consiglio comunale. «C’è stata una disponibilità all’audizione che non era scontata - commenta Cammarota - Audizione che si terrà prima del consiglio. E questa è una cosa importante, perché la vicenda è obiettivamente un po’ strana».

L’attesa di ascoltare la versione dei revisori è tanta. Quanto accaduto non piace neanche ai consiglieri di maggioranza. E non manca, tanto tra le fila della squadra di Enzo Napoli quanto tra i banchi della minoranza, chi sarebbe pronto a mettere in discussione il ruolo dei revisori dei conti. «Come facciamo a fidarci la prossima volta che ci sarà da votare un bilancio?», commenta qualcuno. Tanto più che, a eccezione di Sara Petrone, la maggioranza aveva compattamente dato il suo placet al previsionale malgrado l’appello di Roberto Celano. Era stato proprio il capogruppo Fi ad accorgersi della discrasia tra il bilancio e la nota integrativa riguardante il disavanzo da coprire per l’esercizio 2024: lo schema di bilancio prevedeva un disavanzo pari a circa 25milioni 126mila euro, la nota integrativa un disavanzo pari a 33milioni e 616mila euro circa, importo che tiene conto anche della quota di disavanzo del 2023 non ripianata. Celano aveva comunicato l’errore agli uffici comunali e ai revisori il giorno prima del consiglio, invano. È su questo che la commissione Trasparenza cercherà di fare chiarezza.

Intanto, nel silenzio totale dell’assessora al Bilancio Eva Avossa, è Fabio Polverino che continua a spiegare come il Comune coprirà gli 8milioni 419mila euro non conteggiati in bilancio. Oltre ai 6,3 milioni derivanti dal rogito dell’area prog dell’ex cementificio, 2milioni e 119mila vengono da «riduzioni della spesa corrente per servizi non essenziali i cui capitoli di bilancio saranno di nuovo rifinanziati con l'accertamento di maggiori entrate, già da quest'anno, grazie alla vendita del secondo lotto area prog. 1, oltre al fondo che sarà stanziato dal Governo per le città che hanno aderito al Salva città». La variazione riguarda capitoli di bilancio relativi a spese correnti della segreteria generale, all'acquisto di beni e servizi per gestione dei beni demaniali e patrimoniali, spese per gestione amministrativa dei beni immobili patrimoniali e demaniali, spese per avvocatura, attività di patrocinio e di consulenza legale a favore dell'ente. E, ancora, attività culturali e valorizzazione del turismo, nonché diritti sociali, politiche sociali e famiglia.

«Tutto riguarda gli uffici e l'apparato burocratico dei vari settori. Non si scarica sull'utente e sui cittadini», conclude Polverino. Intanto, l’opposizione va giù duro: «L'approssimazione sul bilancio non è tollerabile e quest'episodio è la punta dell'iceberg di anni e anni di mala gestio che colpisce, ormai, ogni settore e mortifica i cittadini», attacca Donato Pessolano. Così il leghista Dante Santoro: «Siamo alla baraonda, si vada al voto. Non c'è più la credibilità da parte di questa amministrazione per andare avanti». E si appella ai consiglieri di maggioranza perché si dimettano: «Ridiamo la voce ai cittadini che, salvo un atto di autolesionismo di massa, dovrebbero votare un candidato sindaco alternativo».

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Il Mattino