Salerno, falsi crediti d'imposta: sequestrati beni per 6 milioni di euro

Salerno, falsi crediti d'imposta: sequestrati beni per 6 milioni di euro
I finanzieri del comando provinciale di Salerno hanno effettuato un sequestro di beni per oltre 6 milioni di euro nell'ambito di un'inchiesta per truffa allo Stato e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I finanzieri del comando provinciale di Salerno hanno effettuato un sequestro di beni per oltre 6 milioni di euro nell'ambito di un'inchiesta per truffa allo Stato e indebite compensazioni d'imposta. In particolare i militari hanno eseguito hanno eseguito 26 decreti di sequestro preventivo di somme di denaro, beni mobili, immobili e valori mobiliari per un ammontare di 6.477.948,00 euro.


Le Fiamme Gialle hanno anche notificato i provvedimenti a 26 soggetti nella loro qualità di rappresentanti legali di società o di titolari di altrettante ditte individuali operanti in diverse province del territorio nazionale, ritenuti responsabili del reato di «indebite compensazioni». Le indagini, dirette dai sostituti procuratori Davide Palmieri e Anna Chiara Fasano e condotte dai finanzieri della compagnia di Nocera Inferiore, hanno permesso d'individuare due soggetti residenti nell'area vesuviana che avevano messo in atto una vera e propria frode fiscale al servizio di imprese compiacenti.

Il raggiro, secondo gli investigatori, consisteva nella creazione artificiosa di false compensazioni tributarie utilizzate per ridurre, illecitamente, i propri debiti tributari. Gli accertamenti hanno messo in luce un meccanismo semplice da applicare ma molto insidioso per gli interessi erariali. Gli indagati, infatti, attraverso la presentazione di modelli di pagamento F24 effettuata attraverso i servizi di internet banking messi a disposizione dagli intermediari della riscossione convenzionati con l'Agenzia delle Entrate e contenenti l'attestazione dell'esistenza di crediti inesistenti nei confronti dell'erario, riuscivano a compensare quasi integralmente i rispettivi debiti tributari, inducendo in errore l'Agenzia delle Entrate che, in questo modo, riconosceva la compensazione, cancellando i ruoli e revocando i conseguenti provvedimenti di accertamento. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino