Salerno, convalidato l'arresto dell'agente pusher: chiedo scusa, sono ludopatico

La compagna Anna Maria Russo dopo l'udienza di convalida dell'arresto ottiene i domiciliari

L'arresto dell'agente penitenziario
«Chiedo scusa a tutti: alla comandante, ai colleghi e a tutte le forze di polizia. Anche se so che il mio gesto è ingiustificabile. Non riesco a capire cosa mi sia...

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«Chiedo scusa a tutti: alla comandante, ai colleghi e a tutte le forze di polizia. Anche se so che il mio gesto è ingiustificabile. Non riesco a capire cosa mi sia preso in quel momento, ricordo molto poco. Ricordo di essere stato scoperto e poi non so cosa è accaduto nella mia testa. Il problema è che sono un ludopatico: gioco tutti i soldi che guadagno e per questo avevo bisogno di averne sempre più». Francesco Giugliano, l’agente della polizia penitenziaria che spacciava droga all’interno del carcere di Fuorni e che l’altro giorno si è reso protagonista di una assurdo episodio di violenza durante il quale ha prima minacciato con l’arma con la sua comandante e poi è fuggito via inseguito dalla guardia di finanza, ieri mattina era in cittadella giudiziaria per l’udienza di convalida dell’arresto. Prima è entrato lui, poi la sua compagna Anna Maria Russo anche lei detenuta ma a Poggioreale. Il loro avvocato di fiducia, Raffaele Francese, ha ricevuto la convocazione ad horas da parte della giudice Ferraiolo. L’udienza è iniziata alle 12, alla presenza anche dal sostituto procuratore Carmela Polito titolare del fascicolo. I due conviventi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, soltanto Giugliano ha deciso di rendere una dichiarazione spontanea proprio per chiedere «scusa». L’avvocato Francese, nonostante il pm abbia ribadito la necessitò del carcere per tutti, ha invece chiesto un alleggerimento della posizione della Russo vista la sua marginalità nella vicenda. Infatti le sono stati concessi i domiciliari.


Entrambi gli arrestati, ricordiamo, sono incensurati: separati, reduci dal fallimento dei precedenti matrimoni, convivono ormai da qualche anno. 
LE INDAGINI
Intanto i finanzieri sono a lavoro per ricostruire i canali di approvvigionamento della droga leggera da parte di Giugliano e anche verificare la liceità del possesso di armi e munizioni che gli sono state ritrovate a casa. Gli uomini del Nic della penitenziaria, invece, sono a lavoro all’interno dell’istituto penitenziario per capire chi fossero i clienti del loro collega. Resta ancora da verificare i guadagni che l’indagato riceveva da questa attività illecita. Sicuramente alcuni aspetti di questa complicata indagine sono blindati in quanto - e ciò che accaduto lo ha portato alla luce - si era già a lavoro sulla rete di spaccio allestita all’interno del carcere.

Secondo quanto rilevato dai finanzieri, inoltre, Giugliano era disponibile anche a procurare, a quanti ne facevano richiesta, cellulari e schede sim. I telefoni e le schede ritrovate nella sua abitazionesono ora sotto la lente di ingrandimento per verificarne la provenienza e l’intestazione. 

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Il Mattino