Salerno, le sbagliano esame diagnostico e le perforano l'intestino: maxi risarcimento per una anziana della Costiera

Donna anziana ottiene giustizia dal tribunale di Salerno

Un'aula di tribunale
Anche se il giudice riconosce un maxi-risarcimento, non sempre di questo le vittime sono contente. Soprattutto se la qualità della loro vita è cambiata. Ma, almeno,...

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Anche se il giudice riconosce un maxi-risarcimento, non sempre di questo le vittime sono contente. Soprattutto se la qualità della loro vita è cambiata. Ma, almeno, si ottiene giustizia. E così è stato per una anziana signora che vive in Costiera la quale, grazie al suo legale, l’avvocato Enzo Rispoli, ha ottenuto un maxi-risarcimento dell’Asl per responsabilità medica derivante da un’indagine diagnostica finita male.

La donna, nel novembre 2015, andò in ospedale a Battipaglia per indagini diagnostiche: doveva essere un semplice controllo clinico per la verifica di eventuali calcoli alle vie biliari, presentando una situazione clinica nella norma ed assenza assoluta di situazioni patologiche precedenti al ricovero.

Le venne praticato l’esame ERCP, ovvero la colangio-pancreatografia endoscopica retrograda. Dopo l’esame, la signora ha iniziato a stare male e fu ricoverata in ospedale. I sanitari dell’ospedale di Battipaglia rilevarono che, in conseguenza di quell’esame, si era verificata la perforazione del duodeno, con perdita di liquidi all’interno dell’addome. La donna venne così sottoposta ad intervento chirurgico d’urgenza per sutura della breccia duodenale.

All’intervento seguirono ulteriori trattamenti farmacologici e trasfusionali. Dalla cartella clinica è emerso che, ancora fino alle dimissioni, l’addome presentava cospicue quantità di liquidi, costituiti da bile e residui liquidi di sostanze medicinali legate all’esame fatto. Secondo quanto rilevato, probabilmente la cannula utilizzata per la verifica delle vie biliari aveva perforato il duodeno e riversato bile ed il liquido mdc intraluminale nell’addome. I successivi trattamenti, intervento compreso, non avevano avuto alcun effetto positivo.

Così la signora fu trasferita d’urgenza all’ospedale Monaldi di Napoli. Dopo diversi giorni di accertamenti, a febbraio 2016, la signora veniva nuovamente sottoposta a Napoli ad intervento chirurgico, quindi dimessa “in modalità protetta” a marzo con diagnosi principale “cisti e pseudocisti del pancreas”.

La donna ha iniziato dopo ad avere problemi alimentari e fu sottoposta ad altri interventi chirurgici per la riduzione dei diverticoli del colon e ricostruzione dei muscoli addominali. Nel corso del procedimento giudiziario il Tribunale di Salerno ha nominato due peritii quali hanno accertato che l’esame endoscopico “ha prodotto una sezione troppo ampia e profonda della stessa che ha provocato la perforazione retroduodenale con conseguente spandimento di bile in peritoneo (coleperitoneo) riscontrata al successivo intervento. Pertanto si ravvisano elementi di censura nei confronti dell’operatore». 

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Il Mattino