Salerno, pensionati a caccia di scarti ​nel mercato di frutta e verdura

Salerno, pensionati a caccia di scarti nel mercato di frutta e verdura
Quando gli stand stanno per smontare, spuntano come fantasmi. Imbarazzati, con una busta della spesa vuota al seguito, raccolgono tra i cartoni gli scarti di quello che non si...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Quando gli stand stanno per smontare, spuntano come fantasmi. Imbarazzati, con una busta della spesa vuota al seguito, raccolgono tra i cartoni gli scarti di quello che non si è venduto durante la giornata. Sono i pensionati da 600 euro al mese, quelli che non arrivano alla seconda settimana, che non riescono a pagare l'affitto e le bollette, né tantomeno ad aiutare figli e nipoti come accadeva un tempo. Frugano per terra, qualcosa di buono si è salvato, mentre i mercatali si affrettano a recuperare la merce. Qualcuno regala loro un po' di pomodori, qualche zucchina, un cavolo che il giorno dopo non sarà più mangiabile. Qualcun altro chiude un occhio, perché la crisi è uguale per tutti e le prospettive per i prossimi mesi non sono certamente migliori.


«Fa male vedere scene del genere - racconta Annamaria De Simone che al mercato di Torrione ha una bancarella di frutta e verdura - Ma è il segno di quello che sta accadendo e di cui nessuno sembra rendersi conto. Tralasciando chi la merce la ruba proprio, assistere a un fenomeno così rende la misura di un'emergenza sulla quale non c'è più la possibilità di aspettare. Pensioni e stipendi quelli sono e per noi il calo del fatturato è almeno del 40 per cento». Le perdite, secondo Tommaso Avallone che in via Robertelli vende pantofole, è del cento per cento: «Sono aumentate anche quelle, di un paio d'euro a paio, ma tanto basta a scoraggiare i clienti. Li capisco. Ho un negozio in via Nizza e le spese che sto sostenendo sono diventate intollerabili». Ormai si chiede lo sconto anche nei mercati, racconta Antonio Bevilacqua, titolare di uno stand di abbigliamento: «Guardiamoci intorno. La piazzetta è vuota, cosa che non si vedeva da anni. Chi acquista lo fa solo perché è alle strette. E speriamo di poter avere ancora il pane in tavola». Non va meglio in via Piave. Domenico Rescigno dà una mano all'amico standista che in questi giorni non sta bene: «Sono un ex mercatale, mi hanno voluto fare fuori, ma questa è un'altra storia - dice con rammarico - Se prima in una giornata si riuscivano a guadagnare tremila euro, oggi se ne porti a casa cento vai di lusso. La colpa è del Governo che ha consentito questo scempio». E così, se si ha bisogno di una felpa o di un jeans, ci si rivolge alle bancarelle dell'usato. Parola di Vincenzo Vitolo: «La merce nuova non la vuole quasi più nessuno. Costa troppo anche se i nostri prezzi sono decisamente inferiori a quelli dei negozi. Tra poco finiremo anche noi ad acquistare solo cose di seconda mano». Che si trovano, comunque, con sempre maggiore rarità, perché, chiarisce il proprietario di uno stand di vestiti usati, «se prima le persone tendevano a disfarsi delle cose che non usavano più con maggiore facilità, adesso ci pensano due volte».

LEGGI ANCHE Napoli, assalto al bonus utenze: tremila richieste ​nelle prime 24 ore

Qualche signora scartabella tra gonne e camice che vanno da due a cinque euro, le guarda, le riguarda e poi va via. «Dopo le ultime bollette che mi sono arrivate sono con le mani legate - ammette la signora Rosa - Vorrei fare un regalo alla mia nipotina ma mi sono restati duecento euro fino alla fine del mese». Gli unici giorni in cui i mercati alimentari si riempiono di più sono il martedì e il sabato, sottolinea Paolo Scaturlo che vende frutta e verdura: «La gente fa rifornimento e si fa bastare quel poco che compra. Del resto la verdura è aumentata del 50 per cento: zucchine, peperoni, patate, lattuga, non hanno più i prezzi di qualche mese fa e siamo ancora in un periodo dell'anno in cui il clima è mite. Con le gelate non oso immaginare cosa accadrà. Intanto il nostro fatturato è sceso del 65 per cento». Anche qui si aggira qualche pensionato fiducioso negli scarti: «È triste che dopo aver lavorato tutta la vita debba sperare di trovare qualcosa per terra - racconta un settantenne - Ma con 800 euro di pensione, 500 di fitto e le bollette, non mi resta altra soluzione».

Al mercato di Pastena Mario D'Amico e Antonella Avallone si barcamenano tra gli stand di abbigliamento, quelli di cosmetica e i prodotti per la casa, «che hanno subito le perdite maggiori - raccontano - perché la concorrenza dei cinesi si è fatta spietata. Le vendite hanno avuto una flessione del 70-80 per cento». Unica voce fuori dal coro è quella di Isabella Placanica: «Non mi voglio lamentare - dice dal suo bancone di frutta e verdura - Ho una clientela fissa che non mi ha abbandonato. Proviamo a coccolarli e ad offrire loro materie di prima scelta senza far arrivare i prezzi alle stelle».
 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino