Salerno, centrale pay tv pirata in garage, mille utenti: «Rischiano»

Moglie e marito non si limitavano a guardare la pay tv abusivamente. Ma consentivano la visione a oltre mille utenti, in tutta Italia. In cambio di denaro. Perché i due...

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Moglie e marito non si limitavano a guardare la pay tv abusivamente. Ma consentivano la visione a oltre mille utenti, in tutta Italia. In cambio di denaro. Perché i due «pirati audiovisivi» avevano organizzato nel garage di casa a Scafati, in provincia di Salerno, una vera centrale. Una rete parallela attraverso cui oltre mille fruitori, tra cui non solo privati cittadini ma persino esercizi commerciali, vedevano sia Sky che Mediaset Premium pagando una cifra irrisoria: appena 15 euro al mese.


Fino a che i finanzieri della compagnia locale non li hanno beccati. Hanno trovato e sequestrato 84 decoder, tre computer, hard disk e telefoni cellulari. Non solo, nell'abitazione sono stati  scoperti anche 44mila euro in contanti. «Il mondo della pirateria sta cambiando», spiega l'avvocato Fulvio Sarzana, esperto di diritto d'autore. «E più che soffermarsi sui singoli siti pirata, che consentono l'accesso a uno streaming di bassa qualità, adesso gli investigatori si stanno concentrando sulle centrali che creano televisioni su internet in grado di mettere a disposizione degli abbonati contenuti in alta definizione, principalmente sportivi».

Delle centrali, il cui «giro d'affari è notevole», dice Sarzana, «perché è possibile abbonarsi a questi servizi illegali in tempi rapidissimi». Una novità degli ultimi mesi è che: «gli investigatori, almeno in un caso portato avanti dalla procura della Repubblica di Cagliari, starebbero cercando di identificare gli utenti del servizio». A rischio potrebbero essere presto anche loro: «Fino ad ora Italia non sono stati perseguiti gli utenti: se si comincia, avranno in mente un reato. Anche se non è chiaro quale sarà», precisa Sarzana.

L'indagine a Salerno è stata coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore. La coppia - di 45 e 40 anni - è stata denunciata.
 

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Il Mattino