Salerno. Uccise e mangiò la madre, la perizia: «Si pentì e provò a ricucirle un piede»

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SALERNO - Il cannibale-matricida di Torrione continua a far discutere. Lino Renzi, diventa un caso psichiatrico. Per il perito del tribunale, il docente universitario Antonello Crisci, l’uomo è socialmente pericoloso e totalmente infermo.



Non è in grado di sostenere alcun grado di giudizio, confermando quanto già sostenuto dal gip Maria Carmela Polito. Sono questi, in sintesi, i contenuti della perizia consegnata nei giorni scorsi in tribunale dal professore universitario. Nella sua relazione, però, Crisci riporta anche quanto raccontatogli dall’uomo. «Volevo distruggerla per poi ricostruirla», avrebbe detto Lino Renzi che (ormai questo è certo) avrebbe anche cucinato pezzi di corpo della donna e li avrebbe mangiati.



Renzi, per ora, resta ricoverato presso l’ospedale di Aversa dove è sotto cura psichiatrica. E proprio la necessità di curarlo e le insistenze della madre, Maria Pia Guariglia, erano all’origine dei dissidi con il figlio. Un dissidio sfociato in omicidio prima e in cannibalismo dopo. Era il mese di luglio dello scorso anno. Maria Pia Guariglia è morta per le botte prese dal figlio Lino Renzi che l’avrebbe ripetutamente picchiata al volto e alla testa fino ad ucciderla. Poi l’avrebbe tagliata.



La vittima era nel bagno quando ha subito l’aggressione del figlio. E in quel bagno sarebbe morta due giorni prima del ritrovamento del cadavere. Renzi si sarebbe accanito sul corpo della madre quando questa era ancora agonizzante. Sarebbe stato allora che avrebbe iniziato a deturparla, partendo proprio dal braccio.



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