La tragedia sulla A30, Jemila e Rosario sepolti vicini: «Non potevi lasciarla sola, avrebbe avuto paura»

A San Valentino Torio i funerali di Rosario e poi la sepoltura insieme alla fidanzata

La sepoltura di Jemina e Rosario, le bare sono vicine
La bara bianca di Jemila è nella chiesa del cimitero. È lì che la piccola attende il suo Rosario. «Ti ho detto mille volte che ti voglio con me...

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La bara bianca di Jemila è nella chiesa del cimitero. È lì che la piccola attende il suo Rosario. «Ti ho detto mille volte che ti voglio con me sull’altare». È un messaggio che i due ragazzi, di 14 e 16 anni, si erano scambiati. Era il loro “per sempre”, il loro sogno di futuro.

Stare insieme. Ed è stato così, ma nel modo più crudele. In una forma che nessuno avrebbe mai voluto. I motorini degli amici con i fiocchi bianchi, così anche le auto ed camion. Il suono incessante dei clacson e delle trombe, il rombo dei motori a fare da eco a quel grande dolore. I coriandoli, i fumogeni bianchi ed azzurri, come la loro squadra del cuore: il Napoli. I loro sogni da ieri sono rinchiusi e sepolti. Jemila e Rosario, l’uno vicino all’altra. I loro desideri spenti negli occhi chiusi, custoditi dalla terra. “Accanto” da ieri, per loro due e per chi li ha conosciuti, non è solo una parola, è un sentimento eterno. Sepolti come a tenersi per mano. Vicini per sempre. 

L’addio a Rosario Langella nella chiesa di San Giacomo Maggiore a San Valentino Torio con tutti gli amici seduti accanto al feretro. E la mamma Maria, con gli occhi spenti ed una sola domanda ripetuta per tutto il tempo: «Perché?».

Il papà Pierino a cercare di sopportare il suo dolore ed anche quello degli altri. La sorella Giusy, in attesa della sua bambina, una nuova vita che sboccia, con vicino il marito Mario. Quella di Giusy è una lettera carica d’amore, trova la forza per lasciare a tutti un ricordo del suo amato fratello, raccontando il vuoto. «Siete andati via in modo silenzioso, dignitoso, circondati dalle persone che amavate. Purtroppo non ho potuto abbracciarvi, accarezzarvi come ho sempre fatto in questi anni, però ho pianto tanto. Crediamo di essere forti, ma non lo siamo. Niente come la morte e l’amore hanno la forza di smuovere i nostri sentimenti nel profondo. Nessuno conosce l’angoscia che si cela dietro un dolore simile perché nessuno potrà mai riportare indietro mio fratello. Vorrei tanto stringerlo tra le mie braccia, ma non posso più e lo stringo nei miei pensieri. Io so che non sono sola, ho mamma, papà, mio marito. E soprattutto una creatura dentro che a breve nascerà e cercherà di colmare il vuoto che tu hai lasciato. Anche se non sarà mai così, ma lei sarà la nostra speranza che rinascerà nel nostro cuore. Io so, fratello caro, che sarai tu a vegliare su di noi. La vita passa ma poche cose restano pilastri fissi dell’esistenza e tu lo sei. La malinconia mi assalirà sicuramente quando mi volterò e tu non ci sarai, e sento un grande vuoto dentro. Ciò che mi conforta e tutto il bene che hai lasciato, la gioia che hai portato nella mia vita riscalderà il mio cuore di amore e mi inebrierà di ricordi di felicità». 


Gli amici e le loro parole a ricordare l’amore tra Jemila e Rosario: «Non potevi lasciarla sola, perché avrebbe avuto paura». In chiesa risuona Eros Ramazzotti con il suo «Puoi raggiungere adesso la tua meta. Solo che non doveva andar così. Tutti ora siamo un po’ più soli». Daniele, un amico dei due ragazzi, raggiunge l’altare, seguito da altri. Con fatica prende il microfono, tira un sospiro e parla di Rosario. «Fratello mio, tu sei l’amore che non conosce ostacoli, quello vero, genuino sincero. Siamo un binomio perfetto: Daniele e Rosario, un amore sconfinato che neanche la morte potrà mai cancellare. Mi hai lasciato, ci hai lasciato spezzandoci il cuore che ancora sanguina. Tu hai deciso, perché forse sarebbe stato più crudele se avessi dovuto abbandonare la tua Jemila. Lei avrebbe avuto paura a stare senza di te e, hai dovuto fare una scelta. Tu hai scelto di restare per sempre con lei. Noi abbiamo oggi un vuoto che nessuno mai potrà riempire. Ora tu e Jemila, mano nella mano, volate sulle nuvole di un cielo che splende dei vostri colori». Ad officiare la cerimonia Don Antonio Guarracino che si è rivolto alla mamma di Rosario. «Tu sei come Maria ai piedi di suo figlio crocifisso. Tra voi madri vi parlate e vi capite. Noi oggi non comprendiamo, ed abbiamo il cuore nelle tenebre. La fiamma della speranza si riaccenderà nella fede. Questi due ragazzi continueranno per l’eternità a volersi bene ed a volerci bene. Insegneranno a tutti i loro amici quanto la vita sia una, prezioza. Solo l’amore può salvarci».

 

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Il Mattino