Santa Teresa si tinge di rosso: allarme in spiaggia e polemiche

Santa Teresa si tinge di rosso: allarme in spiaggia e polemiche
La chiazza è abbastanza estesa e stagnante, di colore tra il rossastro e il marrone, invade la spiaggia e lentamente si tuffa nello specchio d’acqua antistante...

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La chiazza è abbastanza estesa e stagnante, di colore tra il rossastro e il marrone, invade la spiaggia e lentamente si tuffa nello specchio d’acqua antistante l’arenile di Santa Teresa. È questa la scena che alcuni salernitani si sono trovati davanti ieri mattina, molto hanno storto il naso e hanno proseguito la passeggiata. Qualcun altro, invece, si è fermato e ha scattato una foto che è stata pubblicata sul gruppo Figli delle Chiancarelle diventando virale e facendo scattare l’ennesimo allarme sugli sversamenti – non è ancora possibile sapere se dolosi o accidentali, certamente anomali – che da parecchio tempo, ogni tanto, fanno capolino sulla spiaggia più amata della nostra città. L’odore è ferroso, reso nauseabondo dal fatto che il sole scotta e l’acqua si è riscaldata, è sporca e sfregia la spiaggia su cui, a pochi metri, ci sono persone che prendono il sole. Non è la prima volta che il fenomeno si verifica ma, almeno per il momento, il Comune di Salerno non possiederebbe ancora dati utili a fugare i due principali dubbi sulla questione: di che materiale si tratti e soprattutto quale è l’origine di questi sversamenti che ormai da circa un paio d’anni, ciclicamente, invadono la spiaggia. 


«È una situazione da quarto mondo – denunciano i componenti del gruppo – sono anni che denunciamo questa cosa. Sono stati fatti dei prelievi ma non abbiamo mai saputo nulla dei risultati. L’area dove in genere si presenta lo sversamento è stata delimitata con una staccionata dopo che postammo una foto di una bambina che ci sguazzava dentro ma questo non risolve il problema». Che lo sversamento aveva ripreso a scorrere verso il mare, il consigliere comunale Gianpaolo Lambiase l’ha segnalato direttamente agli uffici del sindaco Enzo Napoli ma – come lui stesso ha riferito – «non ho dati utili a individuare il fenomeno». «Questi sversamenti – afferma Lambiase – oltre a essere sicuramente illegali potrebbero essere anche inquinanti ma non mi risulta che qualcuno sia in possesso dei risultati dei prelievi che circa un mese fa fece l’Arpac quando fu chiamata per un caso analogo».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino