SALERNO - Si era spacciato per un «santone», un sensitivo capace di poter «guarire» due sorelle «indemoniate» e così era riuscito a...
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Nella sua lunga e dettagliata denunciata, la giovane donna racconta cose terribili di quel periodo in cui è stata segregata in casa da quell’uomo: «mi slegava una volta a settimana per farmi lavare, poi gradualmente sono potuta uscire di casa, ma sempre insieme a lui, e naturalmente sono continuati per anni i maltrattamenti verso di me, le percosse (ho perso tre denti con i suoi ceffoni) ero diventata sua schiava, non potevo alzare gli occhi verso altre persone ne potevo esprimere con altri i miei pensieri. Anzi, mi imponeva di parlare esclusivamente in dialetto e mi aveva imposto il nome «Stefania» (diverso dal suo, ndr). Mi sentivo veramente in trappola, mi svegliava di notte ogni due ore per chiedermi cosa stavo pensando...». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino