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In attesa delle decisioni del Tar di Salerno, il comitato “Salviamo il Cervati”, f ha scritto al Ministero dell’Ambiente chiedendogli di esercitare i suoi poteri di vigilanza e controllo sul Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
La questione sottoposta al Ministero è quella delle autorizzazioni rilasciate dall’ente Parco alla amministrazione comunale di Sanza per i lavori di “manutenzione e messa in sicurezza” della strada sul Cervati: ben 14 km di asfalto dall’incrocio con la strada provinciale per Rofrano su sino alla vetta del Cervati. Nulla osta che non dovevano essere concessi, secondo le associazioni ambientaliste, per una serie di motivi: in primo luogo la “strada” non è tale, in quanto si tratta di una pista di esbosco in terra battuta realizzata negli anni 70 per portare a valle il legname e che in alcun modo può essere equiparata ad una strada secondo quanto prevede la normativa. Una “strada” di cui non vi è traccia persino nel Puc del Comune di Sanza e tantomeno è presente nell’elenco delle strade indicate nel Piano del Parco per le quali è prevista la possibilità di effettuare degli interventi di adeguamento della viabilità.
Infine (ma l’elenco degli illeciti è molto più lungo) il superficiale assenso dato alla valutazione di incidenza ambientale, prodotta dallo stesso progettista dell’opera e autorizzata dall’ufficio di valutazione di incidenza dello stesso Comune di Sanza, del tutto carente per quanto riguarda la valutazione dell’impatto che l’incremento del traffico veicolare comporterebbe sulla flora e sulla fauna dell’area, che è protetta anche da vincoli della comunità europea che sono stati completamente ignorati. Gli ambientalisti, in buona sostanza, dopo aver chiesto al presidente Coccorullo di annullare in autotutela i provvedimenti autorizzativi, chiedono al Ministero, che ne ha i poteri, di ripristinare la legalità violata e di annullare i nulla osta concessi dall’ente Parco per i lavori.
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