Salerno, presentato il libro "Sbarre" nato da un progetto con venti detenuti di Fuorni

L'iniziativa è stata coordinata dalla professoressa Rita Di Gregorio all'interno del reparto alta sicurezza del carcere di Fuorni

La presentazione del libro Sbarre
Un laboratorio di emozioni per i detenuti del reparto di alta sicurezza del carcere di Fuorni. Da quel progetto, maturato all’interno della casa circondariale di Salerno...

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Un laboratorio di emozioni per i detenuti del reparto di alta sicurezza del carcere di Fuorni. Da quel progetto, maturato all’interno della casa circondariale di Salerno Antonio Caputo e rivolto ad una ventina di detenuti, è nato “Sbarre” il libro della professoressa Rita Di Gregorio presentato martedì pomeriggio al Salone dei Marmi. Alla presenza dell’assessore alla pubblica istruzione Gaetana Falcone, della dirigente scolastica del C.P.I.A. Maria Montuori e del dottor Filippo Ongaro, in videoconferenza da Lugano, l’autrice Rita Di Gregorio, ha illustrato la genesi di un saggio che, partendo dalla condizione dei ristretti, si sofferma sulle tante prigioni che viviamo anche noi intrappolati tra rimorsi e rimpianti, nelle maglie dei problemi del passato, nei sensi di colpa e nei legami trasformati in legacci.


 
«Le “sbarre” – afferma l’autrice – non sono solo quelle che dividono i detenuti dalla vita “fuori” dal carcere ma sono anche quelle che ci costruiamo noi ogni giorno schiacciati dal peso di giudizi e pregiudizi, dalle ansie, dalle preoccupazioni, dai dolori o da quell'idea di perfezione che non ci abbandona. E così, schiavi di convinzioni e abitudini, ci allontaniamo dalla vita che desideriamo, condannati a ergastoli emotivi dal più severo dei giudici: noi stessi. Questo libro - conclude l'autrice - vuole essere quella luce che può aiutare a ritrovare la chiave, attraverso domande e riflessioni, per aprire a nuove possibilità e passare dalla comprensione all'azione. Indipendentemente dalle circostanze, abbiamo sempre la possibilità di scegliere. Ci si perde, ma ci si può ritrovare».

 


Di quel progetto, espletato nel carcere di Fuorni, Rita Di Gregorio, che insegna materie letterarie ai detenuti, conserva un ricordo meraviglioso. «Èstata una magia: molti reclusi hanno cambiato le loro abitudini cominciando ad analizzare i problemi da una prospettiva diversa»
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Il Mattino