Venticinque Comuni rappresentati tra amministratori ed amministratrici delle aree Alburni, Sele, Tanagro, Vallo di Diano, Piana del Sele, Picentini, Cilento, Calore, Agro; una...
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La Presidente del Consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, ha sottolineato la coralità di testimonianze diverse che raccontano luoghi, persone, ricordando come la Regione, anche per sua iniziativa, sia la prima in Italia ad aver introdotto la doppia preferenza, che ha portato in consiglio da 2 a 12 le donne presenti. Legge che manca in altre regioni italiane. Ha ricordato la sua esperienza di prima cittadina di Lioni, quando nessuno sembrava credere in lei, per poi amministrare col piglio che le è proprio per dieci anni, oltre a ricoprire incarichi da assessore regionale, consigliere e quindi oggi Presidente del consiglio regionale.
Le storie amministrative sono state snocciolate dopo il pregiatissimo excursus storico di Domenico Russo, ma anche dopo gli interventi degli altri due pezzi dell’incontro, la comunicazione, affidata a Clemy De Maio, con le difficoltà che le donne anche in questo campo incontrano, e di Anna Pagnani, presidente dell’associazione Arcobaleno, realtà del terzo settore che ha organizzato l’evento, che ha sottolineato come anche un piccolo soggetto associativo può costruire opportunità per fornire gli strumenti che possano far superare le difficoltà di accesso al lavoro delle donne.
Un quadro difficile, su cui si muove l’impegno delle donne che, insieme ai giovani, rappresentano i punti di debolezza del sistema economico. Lo stesso presidente del Forum dei giovani di Sicignano, Giacomo Orco, ha chiesto che vi possa essere un patto tra generazioni per unire le forze e determinare azioni nuove per tutti. I saluti agli ospiti sono stati del sindaco, Ernesto Millerosa. L’incontro, moderato dalla giornalista Margherita Siani, ha evidenziato anche alcuni dati significativi. “I numeri rappresentano la concretezza del problema – ha detto Margherita Siani – Sono gli elementi che rendono questo tema di discussione non ideologico ma vero e reale. il dato da cui partire per rafforzare le politiche che possano favorire la partecipazione attiva”.
I dati analizzati
La rappresentanza di genere è di 1131 sindache. Le donne amministrano poco più di 10 milioni di abitanti. Il resto è affidato a 6.783 sindaci. In regione Campania, su 550 Comuni, le sindache sono 27 (6 nella provincia di Avellino; 1 a Benevento; 5 a Caserta; 3 a Napoli e 12 a Salerno, di cui una facente funzioni). Le regioni italiane con più sindache sono l’Emilia Romagna, seguita da Toscana e Lombardia, più in generale il nord ovest con il 17,16 ed il Nord est con il 17,04. La provincia con più sindache è Milano, 40 sindache in 133 Comuni, il 30%. L’incidenza delle donne amministratrici, complessivamente, in Italia è del 27%. E’ soprattutto nei Comuni fino a 15 mila abitati che ci sono più donne: al 2019 sono 982 sindache.
Quanto alle giunte, nei Comuni con meno di 15 mila abitanti, in Italia, gli assessori maschi sono 9.865, mentre le assessore sono 7.479. Un numero che è aumentato tanto negli ultimi anni per effetto delle quote rosa, che hanno imposto un equilibrio di genere nelle giunte.
È lontana la parità anche nel lavoro, con un 68% di uomini che lavorano, rispetto al 48% delle donne (in Italia), come nelle retribuzioni: le donne lavorano gratis due mesi all’anno a parità di condizione, in Europa vi è un differenziale retributivo del 16%. Un differenziale che in provincia di Salerno si raddoppia. Il freno è posto dagli atavici problemi legati al ruolo della donna, alla conciliazione, alla necessità/bisogno/scelta di essere colei che cede rispetto ai carichi familiari e ai bisogni. Idem quando si analizzano i dati sul part time ed il full time, con le donne ancora una volta più impegnate su tempo parziale che pieno, rispetto agli uomini. Dati importanti anche sulle dimissioni volontarie. L’ultimo rapporto parla del 78% di dimissioni volontarie da parte delle donne, con un 40% dovuto ai carichi familiari. Secondo l’ufficio della Consigliera di parità della Campania le dimissioni per maternità nel 2016 in Campania sono state 2087, 482 solo a Salerno; ma nel 2017 invece, in Campania sono calate passando a 2030, a Salerno sono invece aumentate passando a 521 Leggi l'articolo completo su
Il Mattino