SALERNO - Da nord a sud, i sindaci della provincia di Salerno ora si confrontano. Sul perché e su cosa accadrà. Il presidente della Provincia di Salerno e...
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Manlio Torquato, sindaco civico di Nocera Inferiore, si è pubblicamente esposto a favore del Sì tirandosi addosso anche diverse critiche. «Sono davvero dispiaciuto – precisa - per un’opportunità mancata di semplificare le istituzioni. Ero e sono convinto della scelta che ho fatto ed è per questo che mi sono esposto. Lo rifarei. Peraltro nell’assoluta libertà di chi mi è accanto in amministrazione. Ma davvero crediamo che una forbice di tali dimensioni sia spiegabile con le tradizionali divisioni politiche? Si sono divise le famiglie. Vedo già confusione in giro tra i partiti che vogliono intestarsi questa vittoria. Salvini, Grillo, Berlusconi, D’Alema. Gli elettori hanno votato in assoluta libertà. Un risultato referendario di tal genere non ha a che fare con l’amministrazione dei Comuni o delle Province. Se fosse così dovrebbero saltare la metà delle amministrazioni campane, fino all’ultimo comune. Non voglio eludere l’argomento, ma che in questo risultato ci sia un fattore politico tutto nazionale è evidente». «Il Sì – sostiene Salvatore Bottone, sindaco di Pagani – mi convinceva e Vincenzo De Luca ha trovato in me un sostenitore della riforma». Bottone nega che il governatore gli avesse chiesto voti così come aveva fatto con altri suoi colleghi.
A Cava de’ Tirreni, nonostante un sindaco democratico e legato a De Luca, il No ha vinto. «Voglio riprendere – rilancia Vincenzo Servalli – una frase di Sandro Pertini il quale di fronte ad una sconfitta disse che il popolo non sbaglia mai. Chiediti, invece, cosa hai sbagliato tu. È un voto contro Renzi, persona che io ritengo l’unico in grado di guidare il Paese.
I sindaci della zona a sud di Salerno, invece, puntano il dito contro l’ex premier. Cecilia Francese, a Battipaglia, parla di riforma a metà: «Renzi aveva promesso di cancellare il Senato e ha creato un ibrido che la gente non ha capito. Aveva promesso di eliminare le Province e ha lasciato in vita un ente senza soldi e senza capacità di decidere». Inevitabile la sconfitta. E ora? «Spero si faccia presto una legge elettorale e si torni a votare. Io sono per il proporzionale, per il sistema francese, ci garantirà più stabilità con uno sbarramento contro i partiti piccoli». Francese ha votato No al referendum, ma non lo conferma. I suoi assessori hanno avuto libertà di scelta: «Non ci siamo imposti nulla, diversi miei collaboratori hanno votato Sì».
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Il Mattino