Salerno: sparatoria a Pastena, parente di Papacchione si affaccia e viene colpito

Salerno: sparatoria a Pastena, parente di Papacchione si affaccia e viene colpito
Chi gli ha sparato, voleva solo lanciargli un avvertimento. Ma di certo, se la dinamica è quella raccontata dalla vittima, ha un’ottima mira oltre che una potente...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Chi gli ha sparato, voleva solo lanciargli un avvertimento. Ma di certo, se la dinamica è quella raccontata dalla vittima, ha un’ottima mira oltre che una potente arma. Già, perché il killer lo ha ferito nonostante abbia sparato all’altezza di un terzo piano. È accaduto tutto intorno alle 6.30 di ieri mattina in piazza San Martino a Pastena.

La vittima è Antonio Castellano, 30 anni, un parente stretto di Papacchione, all’anagrafe Giuseppe Stellato. Ora il giovane uomo è ricoverato all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona: è stato colpito da un proiettile al polso, le sue condizioni sono buone ma dovrà essere sottoposto ad un intervento chirurgico. La versione fornita ai carabinieri della compagnia Salerno, agli ordini del maggiore Adriano Castellari, e intervenuti nell’immediatezza dei fatti dopo una chiamata di emergenza, non convincerebbe molto. La vittima avrebbe riferito di essere stato svegliato da una citofonata. Si sarebbe affacciato alla finestra della cucina del terzo piano dove risiede con la sua famiglia, che affaccia sul portone, ed ha sentito un colpo che gli trafiggeva il polso. E da lì è scattata la richiesta di soccorso e la telefonata ai carabinieri. Ai militari Castellano ha detto di non sapere chi potrebbe avergli sparato e perchè. Lui dice un unico colpo, in realtà sotto la finestra i militari della Scientifica hanno trovato un buco. Sono comunque immediatamente partite la indagini dei carabinieri della compagnia Salerno e del Nucleo Investigativo del reparto operativo del comando provinciale agli ordini del colonnello Giancarlo Santagata e del maggiore Gabriele Lo Conti. 

Era stato lanciato proprio dagli organi inquirenti salernitani nel corso delle ultime audizioni all’Antimafia. Soprattutto in riferimento alle nuove leve della criminalità organizzata che manifestano la propria presenza sul territorio attraverso condotte sintomatiche, i cosiddetti reati “spia” ovvero atti intimidatori, danneggiamenti e incendi dolosi sfociati in qualche caso anche in fatti di sangue più gravi. In quella sede proprio il comandante provinciale di Salerno, colonnello Gianluca Trombetti, aveva rilevato come «l’ascesa di gruppi composti prevalentemente da giovani aggressivi, normalmente privi di qualsivoglia capacità di gestione delle illecite risorse umane e materiali a disposizione e senza una vera e propria visione criminale, che tentano di colmare i “vuoti di potere” con spregiudicatezza, ritagliandosi contingenti spazi sul territorio attraverso l’esercizio della violenza quale unica forma di predominio socio-ambientale». Del resto proprio una delle ultime operazioni dei carabinieri, che ha sgominato il gruppo di spacciatori legato ai Pietrofesa, i guaglioni di via Irno, ha portato alla luce lo scontro tra bande diverse per il controllo di alcune attività sul territorio: non solo ne parla il gip in quella ordinanza, ma anche la cronaca dal momento che Renato Castagno, detto Ronny, organico ai Pietrofesa, ad esempio, è il giovane accoltellato nei pressi della spiaggia di Santa Teresa il 13 agosto scorso da Francesco Colonnese, il pescivendolo di Vietri sul Mare. 



Su quanto accaduto nelle prime ore della mattina di ieri in piazza San Martino, i carabinieri stanno indagando a 360 gradi senza escludere alcuna pista. Soprattutto quella della guerra tra gang per il controllo dello spaccio. Non si esclude che possa esserci ancora vecchia ruggine tra gruppi criminali appartenenti a diversi gruppi criminali nati dalla costola di quelli che negli anni ‘80 controllavano tutte le attività illecite nel capoluogo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino