Teatro Verdi di Salerno, in scena «Piazza degli eroi»

Teatro Verdi di Salerno, in scena «Piazza degli eroi»
Nel Teatro Verdi di Salerno, da giovedì 3 a domenica 6 marzo, andrà in scena lo spettacolo  «Piazza degli eroi» di Thomas Bernhard: traduzione...

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Nel Teatro Verdi di Salerno, da giovedì 3 a domenica 6 marzo, andrà in scena lo spettacolo  «Piazza degli eroi» di Thomas Bernhard: traduzione di Roberto Menin, regia di Roberto Andò e nel cast Renato Carpentieri, Imma Villa, e Betti Pedrazzi. 

Nel disegnare il suo estremo congedo dalla vita e dal teatro, Bernhard sceglie di dare un nome e un tempo all’ottusità brutale che vede avanzare. Ma, come sempre accade in un’opera di fantasia, l’Austria di Bernhard è insieme un luogo concreto e una metafora. Così come lo è la piazza che dà nome al testo, la stessa in cui nel 1938 Hitler annunciò alla folla acclamante l’Anschluss, l’annessione dell’Austria al destino nazista della Germania. Se è venuto il tempo di rappresentare in Italia Piazza degli Eroi è proprio perché, a dispetto della inedita precisione realistica di Bernhard, oggi per comprendere il senso di questo testo visionario e catastrofico non servono indicazioni di luogo e di tempo.

Ognuno degli spettatori che assisterà a una recita di Piazza degli Eroi, capirà subito che l’azione si svolge in una qualsiasi piazza da comizio, di una qualsiasi città d’Europa. L’Austria di Bernhard (dallo scrittore intravista profeticamente nei primi consensi per Haider), nel giro di una trentina e passa d’anni, è ormai ovunque. La storia del professor Schuster, una mente matematica filosofica, suicida per protesta contro l’avanzare della barbarie antisemita, è raccontata dal drammaturgo in una partitura a più voci, modulando un’orchestrazione perfetta dove appaiono, come relitti, citazioni di altri grandi testi. Tra tutti: Il giardino dei ciliegi di Čechov.

La piazza e le voci inneggianti che si levano a disturbare la mente sconvolta della vedova del suicida, sono la piazza e le voci che ovunque nell’Europa smarrita di oggi invocano l’uomo forte, «un regista che li sprofondi definitivamente nel baratro», come dice lo zio Robert, il fratello del suicida, parafrasando lo stesso Bernhard. Ad affiancarmi in questa impegnativa impresa, quali cerimonieri e testimoni del mio incontro con Napoli, ho chiamato Renato Carpentieri, geniale attore e intellettuale, da tempo mio complice, e Imma Villa, una delle grandi interpreti del teatro italiano, un’artista della scena la cui fama non è ancora pari al talento.

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Il Mattino