Stipendi gonfiati con le password: il teste chiave conferma la truffa

Stipendi gonfiati con le password: il teste chiave conferma la truffa
SCAFATI. Stipendi gonfiati al Piano di Zona attraverso un accesso abusivo al sistema informatico: in aula, il teste chiave del processo contro due funzionari, conferma le accuse...

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SCAFATI. Stipendi gonfiati al Piano di Zona attraverso un accesso abusivo al sistema informatico: in aula, il teste chiave del processo contro due funzionari, conferma le accuse verso i due imputati, entrambi commercialisti. Ad essere sentito giorni fa dal tribunale di Nocera Inferiore è stato l'allora ragioniere capo dell'ufficio contabile di Scafati, Giacomo Cacchione. Secondo le accuse della procura, confermate dal teste, i due collaboratori del Piano avrebbero alterato i dati sui redditi percepiti dal comune, utilizzando illecitamente delle password, riuscendo poi ad entrare nel programma gestionale dell'Ente. In questo modo, avrebbero cambiato o alterato i dati relativi ai loro stipendi, facendo risultare un «indebito e fittizio credito d'imposta» a loro favore. Ad indagare fu la procura di Salerno, competente per il reato informatico, che scoprì che i due avrebbero anche chiesto il rimborso o l'utilizzo in compensazione delle imposte da versare. Questo, dal 2009 al 2012, secondo indagini condotte materialmente dalla Guardia di Finanza. Il danno erariale provocato al Comune fu certificato in 100mila euro circa, con i due che avrebbero invece percepito 30mila euro ciascuno. A far scattare le indagini fu proprio la denuncia di Cacchione, finita anche alla Corte dei Conti regionale, alla quale seguì la sospensione dal lavoro per entrambi. Nella sua deposizione, il teste ha spiegato che quelle password non erano nell'esclusivo utilizzo dei due dipendenti.


La prossima testimonianza sarà quella di Maddalena Di Somma, l'allora coordinatrice del Piano di Zona, che fu la prima a ricevere la segnalazione dagli uffici del comune. I due imputati sono difesi dai legali Giuseppe Della Monica e Stanislao Sessa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino