PAGANI. Aveva inventato una violenza sessuale solo perchè era arrabbiata, perchè il suo fidanzato l'aveva trascurata e perchè voleva sposarsi. Sono i dettagli delle...
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Il processo si basò su un singolo episodio, finito in una denuncia sporta dalla fidanzata dell'imputato, che poi a distanza di poco tempo sarebbe diventata anche sua moglie. Secondo quanto raccontato ai carabinieri, l'uomo l'avrebbe bloccata in macchina costringendola a subire la violenza. Ma durante il dibattimento, furono diverse le incongruenze emerse. In primis, la modalità della violenza, ritenuta inverosimile dai giudici. L'uomo avrebbe bloccato i polsi della donna con una sola mano, mentre con l'altra l'avrebbe denudata e costretta al rapporto sessuale.
La denuncia arrivò solo dopo 15 giorni, durante i quali la coppia continuava comunque a sentirsi, alternando parole dolci a litigi. La sera di quell'episodio, la ragazza fu abbandonata per strada, a seguito di quel rapporto forzato durante il quale lei non reagì. Fu poi lasciata e trascurata da quell'uomo che amava, pur comunque mantenendo un rapporto pacifico, nonostante i tanti litigi. Ai giudici raccontò che voleva fargliela pagare: "Volevo che lui si convincesse". A far scattare quella decisione, anche le frequentazioni del fidanzato e il presunto uso di droghe. La circostanza del matrimonio finì all'interno del dibattimento, permettendo infine la ricostruzione di tutti gli episodi che hanno poi smontato l'accusa madre. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino