Salerno, suicida al campus dopo la lite: «Calci in faccia alla fidanzata»

Salerno, suicida al campus dopo la lite: «Calci in faccia alla fidanzata»
FISCIANO - È caduto giù da uno dei livelli più alti del parcheggio multipiano del campus universitario e a nulla sono valse le manovre di rianimazione...

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FISCIANO - È caduto giù da uno dei livelli più alti del parcheggio multipiano del campus universitario e a nulla sono valse le manovre di rianimazione effettuate dai soccorsi giunti sul posto. A perdere la vita un giovane studente ventunenne, Ayoub Namiri, di origine marocchina, residente a Lacedonia. Al momento sul luogo della tragedia, avvenuta pochi minuti fa, ci sono sia i carabinieri della locale stazione che gli agenti della polizia di Stato. A procedere con le indagini sono questi ultimi. Da capire, infatti, cosa sia realmente accaduto, se si sia trattato di un gesto estremo e le motivazioni che avrebbero spinto un giovane con tutta la vita davanti a voler porre fine alla propria esistenza. Il giovane pare abbia avuto, poco prima di suicidarsi, una violenta lite con la propria fidanzata.


Il ventunenne era iscritto al Dipartimento di Matematica. Secondo le prime indagini effettuate dagli agenti del posto di Polizia dell'Università di Salerno, coordinati dal sostituto procuratore di Nocera Inferiore, il gesto è avvenuto in seguito ad un violento litigio che lo studente, residente a Lacedonia, ha avuto con la fidanzata.

«Lasciata in una pozza di sangue»: è l’immagine della fidanzata di Ayoub Namiri riportata da alcuni rumors di ateneo che raccontano del colpo inflitto al volto con un calcio, dopo essere stata scaraventata più volte contro la panchina. Sconcerto e inquietudine attraversano così il campus in un momento che si caratterizza per la forte connotazione simbolica: il giorno prima, infatti, durante la santa messa di Natale, Monsignor Luigi Moretti ha esordito nella sua omelia invitando i giovani a «recuperare l’essenziale nella verità delle relazioni» e, in contemporanea, è stata presentata l’opera «Do You Love Me», l’installazione di arte pubblica permanente che chiude il ciclo di seminari sulla violenza spiegata. Un tentativo di educare le coscienze e, di contro, una doppia violenza, verso se stesso e verso l’altro. Quasi un paradosso.


Da circa otto mesi la ragazza era fidanzata con Ayoub, quel ragazzo che le nuove coinquiline di lei non erano riuscite ancora a conoscere bene, pur suscitando in loro dubbi. Le studentesse, accorse spaventate sul luogo della tragedia, incredule e spossate, sono state poi anche ascoltate dalle forze di polizia, nel tentativo di ricostruire la vicenda. Dai racconti, sembra emergere che fosse stata picchiata già altre volte e che le stesse ragazze le avessero consigliato di accompagnarlo in un percorso terapeutico. «L’ha fatta franca, ha scelto la strada più semplice», raccontano altre amiche, addolorate per il dramma vissuto dalla giovane e considerando il suicidio »una scorciatoia che ha provocato dolore in due famiglie».  Nessun commento dal rettore Aurelio Tommasetti, che si lascia andare ad un solo aggettivo, «devastante», per descrivere le emozioni suscitate dalla vicenda Leggi l'articolo completo su
Il Mattino