Come Richard Gere, anche Sylvester Stallone, nel collegamento in streaming con il Giffoni Film Festival ci tiene a fare una promessa: «verrò lì il prossimo...
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Ora Stallone è impegnato in un nuovo progetto (le riprese sono state fermate per la pandemia, ndr), Samaritan di Julius Avery, descritto come uno sguardo più dark al mondo dei superhero movie, genere già toccato dall'attore con Judge Dredd (1995). «In Judge Dredd c'era uno sguardo molto cupo sul futuro. Samaritan è un'idea fantastica, interpreto un vecchio supereroe che non vuole più esserlo, e si parla anche del suo rapporto con un bambino. C'è un grande cuore nella storia. In molti film di fantascienza trovo non ci sia molta emozione, Samaritan invece ha molto in comune con Rocky. È molto realistico, non è pieno di elementi fantasy». L'attore newyorchese, classe 1946, ha voluto farlo «perché credo possa essere l'inizio di una nuova saga. La vedo come una storia che continua perché il racconto si relaziona sia alle persone della mia età che a quelle della vostra».
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Quando gli chiedono con quali registi del presente o del passato sceglierebbe di lavorare, Stallone spiega che «dipende tutto dal genere. Per Rocky penserei a Francis Ford Coppola, per un film di fantascienza a qualcuno come i fratelli Russo e Michael Bay, qualcuno che conosce realmente la cinepresa.... Ma il regista con cui mi trovo meglio sono io». Il divo spiega di aver ottenuto nella vita «tutto quello che mi ero prefissato da giovane, tutti i miei obiettivi sono stati raggiunti e superati. A 30 anni ho vinto questo (dice, mostrando l'Oscar), cosa potrei fare di più? Quello che voglio realizzare ora è scrivere, produrre, trovare giovani filmmaker come voi, aiutarvi a realizzare i vostri sogni. Io non ho più niente da provare, ora è il vostro turno». Infine, a Giffoni augura «un felicissimo 50/0 compleanno. Sono sicuro che raggiungerete successi sempre più grandi» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino