Gemiti e sospiri in sette mesi di telefonate notturne: condannato

Gemiti e sospiri in sette mesi di telefonate notturne: condannato
PAGANI. Molestie per almeno sette mesi, al telefono, dove ansimava e gemeva. E' stato condannato in via definitiva un 30enne di Pagani, accusato di molestie e disturbo alla...

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PAGANI. Molestie per almeno sette mesi, al telefono, dove ansimava e gemeva. E' stato condannato in via definitiva un 30enne di Pagani, accusato di molestie e disturbo alla persona dalla sua compagna, con una sentenza divenuta ora irrevocabile dopo il rigetto del ricorso ad opera della Cassazione. L'imputato è stato condannato a 300 euro di ammenda, più alla liquidazione delle spese legali. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della difesa, confermando le responsabilità come già deciso dal tribunale di Salerno. I fatti ebbero origine dalla denuncia sporta dalla donna, che raccontò che per almeno sette mesi avrebbe ricevuto telefonate «numerosissime, anche notturne, da un uomo che ansimava e gemeva».

Le indagini appurarono che il numero di telefono dal quale provenivano le telefonate era in uso all'odierno imputato e saltuariamente, anche al fratello minore. «Il giudice di merito - si legge nelle motivazioni - ha convenientemente affrontato il tema dell'attendibilità della persona offesa ed escluso che autore della condotta illecita - che la persona offesa ha riconosciuto, dalla voce, in un giovane adulto - possa essere individuato, anche per lo sfondo sessuale dei rumori prodotti, in un bambino». Inoltre, «a fronte di un apparato argomentativo lineare e coerente, il ricorrente deduce che la persona offesa avrebbe offerto, in dibattimento, una versione dei fatti diversa da quella esposta con la denunzia originaria, contestazione che attiene al merito della decisione, non sindacabile in questa sede, e, comunque, non è corredata da documentazione di riscontro, ciò che rende la doglianza priva del prescritto connotato di autosufficienza». La difesa aveva chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto nei riguardi dell'imputato, insieme al contenimento sanzionatorio. Motivi entrambi rigettati. 

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Il Mattino