Telegram e whatsapp. Viaggia sulla messaggistica istantanea ormai la rete dello spaccio. Soprattutto quello della cocaina. Addio ai vecchi metodi dell'on the road, tutto...
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LA CLIENTELA
Da gennaio ad oggi, secondo i dati forniti dalla polizia di Stato, sono 31 gli acquirenti segnalati all'Ufficio territoriale di Governo. Numeri che, se sommati alle segnalazioni provenienti anche dalle altre forze dell'ordine, lievitano a dismisura. Ma, più che i numeri, sono i nomi che fanno effetto. Soprattutto per quanto riguarda gli assuntori di cocaina: professionisti di grido, persone impegnate in ogni contesto civile e sociale. E non solo. La richiesta di droga, secondo i dati forniti sempre dagli uffici della questura di Salerno, è molto elevata. Basti pensare che ogni giorno, secondo una stima approssimativa, si effettuano decine e decine vendite di dosi, soltanto nel capoluogo. Ma il fenomeno è presente ovunque: non soltanto a Salerno città, ma anche nella provincia. Sono proprio i sequestri a rendere una chiara fotografia della situazione. La sola sezione della Squadra mobile ha effettuato, nel corso degli ultimi undici mesi, ben diciassette operazioni di polizia giudiziaria dirette a smantellare la rete dello spaccio in tutto il territorio provinciale, conclusesi con 75 persone arrestate ed otto denunciate. Quindi sequestrando ben 72 chili di hascisc e cannabinoidi e 14 chili e 500 grammi di cocaina. Irrilevanti, invece, i sequestri di eroina che, a quanto pare, non troverebbe grande mercato nel salernitano. Ma, precisano le forze dell'ordine, questi sono solo i dati noti. C'è poi tutto un mondo di sommerso che va esplorato.
I GESTORI
Tutto porta sempre lì, alla camorra. A quei gruppi criminali che da sempre controllano il territorio, per aree geografiche o per quartieri. Sono però cambiate le modalità di azione, più silenziosi, i diversi gruppi avrebbero trovato una sorta di pax in nome del dio denaro. Vecchie famiglie che ricevono ordini dagli eredi del boss o da direttamente da questi e forniture che verrebbero «pattuite» anche dietro le sbarre del carcere. Non soltanto l'asse vesuviano e napoletano, secondo quanto emerge dalle operazioni messe a segno dalle forze dell'ordine, questi gruppi gestirebbero anche rapporti internazionali. Basti pensare che è appunto dell'altro giorno la condanna di un camionista ad Imperia ritenuto un corriere per conto dei salernitani. L'uomo ha patteggiato la pena a tre annidi reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Veniva dalla Spagna ed era diretto a Salerno: nascondeva dell'hascisc tra un carico di arance il cui destinatario - quello che risultava sui documenti di trasporto - non ne aveva mai fatto richiesta. Via gomma o via mare, dunque, a Salerno arriverebbero enormi quantità di droga che i gruppi camorristici poi affiderebbero la vendita a dei pusher di fiducia, non sempre insospettabili, a volte anche con qualche piccolo precedente penale, pagandoli dai 40 ai 50 euro al giorno a seconda del tipo di sostanza che vendono. In questo modo loro, i capi, avrebbero sempre le mani pulite.
I FINANZIAMENTI
Non più soltanto rapine. I gruppi criminali accumulerebbero i soldi da destinare all'investimento droga - sempre secondo alcune informazioni fornite dalla polizia - attraverso un vasto giro di usura ed estorsione. Ma non solo. Una fetta di introiti arriverebbe anche dalla prostituzione non gestita direttamente dai salernitani, ma come «pizzo» che i protettori devono pagare per appropriarsi di una fetta di territorio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino